L’emicrania è una delle forme più comuni di mal di testa debilitante. Essa colpisce circa il 12% della popolazione e rappresenta il 15% delle cefalee primarie.
Si tratta di un disordine cronico recidivante che può colpire le tempie, la fronte, gli occhi o che si può diffondere su tutta la testa. Inoltre ha la caratteristica di peggiorare a causa dei movimenti o delle attività quotidiane, può avere una durata variabile dalle 4 alle 72 ore ed è associata a vomito, nausea, fotosensibilità e particolare sensibilità ai suoni e ai rumori.
Alcuni studi epidemiologici hanno documentato l’impatto elevato di questo disturbo, che viene oggi posizionato al 19° posto della classifica dei disturbi debilitanti, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’origine dell’emicrania non è ancora stata compresa completamente, ma sono tre le teorie postulate secondo la medicina occidentale:
- Vasodilatazione (allargamento dei vasi sanguigni) delle arterie temporali
- Anormale rilascio di neurotrasmettitori nel cervello
- Rilascio di neuropeptidi infiammatori dal nervo trigemino, con conseguente infiammazione dei vasi meningei che circondano il cervello
La classificazione internazionale delle cefalee definito dalla Società Internazionale dell’Emicrania divide la diagnosi in due principali sottosistemi, di cui l’emicrania senza aura è il più comune; si presenta con una frequenza media, è spesso invalidante e concomitante con il ciclo mestruale.
L’emicrania può spesso essere ben gestita da una combinazione di misure preventive. Il trattamento acuto più diffuso si concentra sull’interruzione dell’attacco di dolore con farmaci che attivano i recettori della serotonina. L’obiettivo, però, nel trattamento preventivo, è quello di ridurre la frequenza, la gravità o la durata degli attacchi e di fermare lo sviluppo della cefalea cronica quotidiana. Attualmente la principale classe di farmaci preventivi include anche gli antidepressivi.
Nella medicina tradizionale cinese e nell’agopuntura, l’emicrania è classificata come il sintomo di vento contrario. Il vento in medicina cinese è strettamente associato al fegato e si verifica quando il Qi non fluisce correttamente. L’emicrania è quindi spesso associata al meridiano del fegato. Il vento può generalmente colpire la parte superiore del corpo e può influenzare il meridiano fegato, causando improvvisi episodi di violento dolore intorno alle tempie e portare anche a problemi visivi. L’occhio è del resto strettamente correlato al meridiano del fegato.
Secondo la teoria dell’agopuntura e della medicina cinese, il trattamento per gli attacchi acuti di emicrania dovrebbe concentrarsi sul movimento del Qi, che in quel momento ristagna e causa il dolore. Spesso l’utilizzo della digitopressione o di un massaggio localizzato su punti specifici può dare un enorme sollievo. I punti su cui concentrarsi per questo disturbo possono essere GB20 (Cistifellea 20), GV20 (Vaso Governatore 20), GB14 (Cistifellea 14), ST8 (Stomaco 8), i punti intorno alle tempie e il terzo occhio, come illustrato nelle seguenti immagini.
GB20 | GV20 | GB14 | ST8 |
TEMPIE | TERZO OCCHIO |
Uno studio ha dimostrato come 401 pazienti si siano sottoposti a un trattamento di agopuntura per tre mesi, dopo i quali il risultato si è tradotto in un 15% in meno di farmaci utilizzati, un 25% in meno di visite dal medico e in una riduzione del 15% della durata degli attacchi. Una recente revisione ha concluso che l’agopuntura è efficace nei casi di emicrania molto più del trattamento farmacologico e che dovrebbe essere presa in considerazione come alternativa da quei pazienti che non riescono a risolvere il problema in modo tradizionale.
Il vantaggio dell’agopuntura è quello di lavorare sulla radice del problema, piuttosto che sui sintomi; così facendo, è facile trovare la cura migliore o almeno una remissione persistente del disturbo.
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Articolo di generazionebio.com
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