Se si utilizzano prodotti contenenti acetaminofene, meglio conosciuto come paracetamolo è bene fare molta attenzione alla dose assunta. Un sovradosaggio, come dimostrano molte ricerche, potrebbe risultare assai dannoso.
Si tratta di un farmaco normalmente assunto per lenire leggeri o gravi dolori, ma usato anche, specialmente nel periodo invernale, nel trattamento dei sintomi influenzali.
Va subito detto che il paracetamolo è la prima causa di insufficienza epatica acuta.
Eppure, essendo i farmaci a base di paracetamolo prodotti da banco liberamente venduti senza prescrizione, il rischio che le persone li utilizzino in modo dissennato è alto. Questo poiché pochi sono consapevoli della tossicità del paracetamolo per il fegato, anche in dosi normali.
Spesso i sintomi da overdose (nausea, vomito e dolore addominale) appaiono dopo svariati giorni dall’assunzione e non ne viene riconosciuta la gravità. Anche quando se ne sospettasse la causa, inoltre, sarebbe difficile individuarne dei livelli abbastanza alti da rivelare il problema effettivo. E’ questo che può portare a danni irreparabili al fegato.
La dose massima consentita quotidiana di paracetamolo, per ogni singolo individuo è pari a 4 grammi, quantità facilmente superabile. Il rischio si eleva quando alcuni pazienti, per combattere un attacco influenzale, tendono ad associare l’utilizzo di più farmaci, senza sospettare che tutti contengono una dose di paracetamolo.
Ci sono altri gravi rischi per la salute associati all’uso di acetaminofene, che includono:
- leucemia
- asma, broncopolmonite cronica e insufficienza polmonare
- danni cerebrali
- pressione alta
- perdita di udito
Il paracetamolo non dovrebbe mai essere assunto per dolori di scarsa entità, ma solo in casi importanti, come quando ci si sta riprendendo da un infortunio o da un intervento chirurgico. Inoltre occorre assumere, in contemporanea, del NAC (n-acetyl-cisteina). Si tratta di un integratore che stimola la produzione di glutatione, l’antiossidante intracellulare capace di contrastare gli effetti dannosi del paracetamolo.
I farmaci contenenti paracetamolo, infatti, provocano una deplezione di glutatione, l’antiossidante che protegge le cellule da elementi nocivi come i radicali liberi. Con livelli elevati di glutatione, si può prevenire il possibile danno causato dal paracetamolo.
Naturalmente, il desiderio di eliminare il dolore o di lenire i sintomi dell’influenza è comprensibile. Ci sono però delle alternative valide e sicure per stare meglio.
Ottimizzare la produzione di vitamina D è il primo passo da compiere, attraverso un’esposizione appropriata al sole, per attivare una varietà di diversi meccanismi che ridurranno il dolore. Vale la pena ricordare che in natura esistono alcuni elementi efficaci contro il dolore. Uno di questi è l’astaxantina, uno dei più noti ed efficaci antiossidanti solubili. Lo zenzero, essendo un antinfiammatorio, offre sollievo al dolore, specialmente allo stomaco. Anche la curcuma rappresenta un ruolo importante nel trattamento del dolore.
Altre modalità terapeutiche valide sono gli impacchi caldi e freddi, lo yoga, la meditazione, la cromopuntura e l’agopuntura.
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Articolo di generazionebio.com
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