L’antropologia spiega come in molte culture in tutto il mondo si pratichi il culto ancestrale. Questo fenomeno viene quasi sempre frainteso. Si pensa che gli antenati vengano adorati, quando in realtà viene semplicemente dedicato loro un altare. Un modo valido per collocarli in un posto ben preciso, lì dove meritano di essere, senza che vengano dimenticati; un luogo dove tutta la famiglia possa onorarli con fiori, incensi, acqua e offerte di cibo.
La cultura occidentale e il rifiuto dell’eredità ancestrale
La cultura occidentale, al contrario, mette da parte gli antenati e li considera spesso responsabili di tutto ciò che è successo di sbagliato a noi e a tutto il lignaggio famigliare. Se ci sentiamo inadeguati è colpa loro; se siamo insicuri e non sappiamo prendere decisioni è colpa loro; se abbiamo una ferita di abbandono significa che non ci hanno sufficientemente protetti; se abbiamo problemi di coppia dipende dal poco amore che abbiamo ricevuto dai nostri predecessori.
Questa visione unidirezionale è assai pericolosa, perché ci allontana dall’importanza di onorare gli avi; solo se li onoriamo essi smettono di vivere attraverso di noi e perseguitarci.
Perché il perdono non basta
Anni di lavaggio del cervello da parte della New Age ci ha fatto credere che fosse sufficiente perdonare, per andare oltre a traumi e abusi famigliari. Purtroppo questa è una visione distorta.
Una donna che è stata per anni abusata da suo padre, come può perdonarlo? Perdonare significa dapprima assumere il ruolo della vittima e poi elevarsi al di sopra del carnefice.
Tu mi hai fatto del male, ma io che sono migliore di te, ti perdono
Quanta arroganza!
Cosa vuol dire onorare gli antenati
Onorare gli avi significa smettere di vivere la loro vita e imparare a ringraziarli per le lezioni abbiamo appreso attraverso di loro.
Onorare ha una sfumatura molto diversa dal perdonare.
Tutto dipende dalla nostra prospettiva.
Anziché perdonare il comportamento o giustificarlo, bisogna capirlo. Niente avviene mai a caso, o per un colpo di sfortuna. Siamo qui per imparare e la natura è perfetta nel proporci sempre le situazioni migliori per farlo. Anche quando sono profondamente dolorose. Ecco che allora tutto sta nel trasmutare questa situazione, comprenderla e integrarne la lezione.
Solo così si può andare oltre e, nel caso citato, rompere il ciclo che porterà inevitabilmente questa donna a incontrare solo uomini che abuseranno di lei, almeno finché non avrà messo il padre lì dove deve stare, riconoscendo il suo ruolo.
Come preparare un altare per onorare gli antenati
Predisporre un altare per onorare gli antenati è molto semplice e può essere un ottimo esercizio per ricordarci che esistiamo grazie a loro che ci hanno dato la vita e che siamo quello che siamo anche grazie alle lezioni che abbiamo appreso.
L’importante è che questo altare non venga allestito in camera da letto.
Meglio scegliere una zona della casa meno intima, anche se è preferibile che sia una stanza dove non passino frequentemente persone estranee.
Si possono usare delle fotografie, ma anche degli oggetti appartenuti ai nostri predecessori. Poi si accendono degli incensi, si fa bruciare della salvia, si spengono le luci e si ringrazia per i doni che ci hanno lasciato. Ognuno di noi ha ereditato qualcosa dai suoi antenati, prima di tutto uno o più talenti. O la passione per un’arte. O l’amore per la lettura. Questa è già di per sé un’ottima ragione per dire grazie.
La trasformazione che segue è portentosa. Da vittime, si diventa eroi che hanno fatto un passo decisivo per liberarsi e liberare tutto l’albero genealogico, così che ognuno possa finalmente iniziare a vivere la propria vita, senza trasmettere ai figli quelle cose che noi stessi non siamo stati in grado di guarire.
Questa cerimonia si può fare anche con famigliari ancora in vita: funziona allo stesso modo e aiuta a liberarsi dal loro giogo, dalla loro oppressione.
La pratica del ringraziamento è uno degli atti trasformativi più potenti che si possa attuare.
Talvolta non basta: ecco che allora sarà importante intervenire con dei lavori appropriati e mirati, soprattutto a livello energetico. Con la Cromopuntura, ad esempio. Ma intanto si inizia con il primo passo.
In fondo, è una scelta: quella di decidere come ricordare qualcuno.
Meglio concentrarci solo sugli aspetti negativi, oppure sulle lezioni positive che ne sono derivate?
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Immagine di Freepik
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