Da un punto di vista clinico, il disturbo allergico viene considerato come causato quasi esclusivamente da uno dei seguenti motivi:
- Immunità innata compromessa, a causa del mancato allattamento al seno
- Il bambino durante l’infanzia si è sentito emotivamente solo e spaventato a causa dell’assenza della madre
- Il bambino durante l’infanzia non è stato esposto a polvere, sporco e patogeni che nella giusta misura gli avrebbero rafforzato le difese immunitarie
- Il bambino è cresciuto al fianco di una madre arrabbiata, anaffettiva, esaurita o silenziosa.
La medicina, allora, di fronte a questa analisi del problema, interviene sopprimendo la risposta immunitaria in eccesso, ma ritiene che non sia possibile correggere lo squilibrio immunitario, perché ormai il periodo di transizione da 1 a 6 anni è superato.
La sfumatura psicologica delle allergie
Alcuni ricercatori si sono però concentrati sull’aspetto psicologico delle allergie, cercando di sviscerare meglio il legame tra i traumi vissuti da bambini e la risposta immunitaria conseguente.
Si è allora scoperto che non sarebbero solo gli abusi o le disfunzioni famigliari ad avere il potenziale di fare da scenario ideale per l’innesco di un’allergia. Anche un trauma più lievi può scatenarle.
Il cervello e il sistema immunitario dei bambini può essere definito plastico. Ciò significa che le cellule nervose e immunitarie sono profondamente influenzate dalle esperienze di vita, soprattutto nel corso dell’infanzia. Il cervello sviluppa nuovi percorsi neuronali oppure indebolisce quelli esistenti come risposta agli eventi che hanno luogo nell’ambiente circostante. Lo stesso discorso vale per il sistema immunitario.
Un trauma infantile può quindi generale una ipersensibilità immunitaria, che va poi a supportare lo sviluppo di asma, ipersensibilità ad alimenti specifici, eczema, febbre da fieno, eruzioni cutanee e altre allergie, comprese quelle agli animali.
Questa possibilità può aprire a nuovi scenari interessanti in campo immunologico e fisiologico. Se si è in grado di risalire al meccanismo che ha dato il via al problema, questo diventa anche potenzialmente risolvibile.
In che modo l’aspetto emozionale influenza la comparsa di un’allergia
Il meccanismo che può dar luogo alla comparsa di una o più allergie dipende dal tipo di esperienza traumatica che un bambino si trova ad affrontare. Nessuna può essere uguale ad un’altra. Passiamo in rassegna un paio di esempi concreti, per comprendere meglio il concetto.
Allergia al polline
È primavera. Un bambino si trova in giardino a giocare. Improvvisamente, la nonna che lo sta accudendo si sente male e sviene. Il bambino si spaventa, si sente impotente di fronte a questa esperienza imprevista e non sa come comportarsi. Finalmente intervengono degli adulti a gestire la situazione e la nonna si riprende. È però possibile che, in virtù di questo, egli nel tempo vada a sviluppare un’allergia al polline, perché il suo inconscio associa questo momento traumatico al polline che si trova nell’aria in quel momento.
Sensibilità al glutine
Un bambino che viene allattato al seno viene svezzato prematuramente perché la madre non è più in grado di nutrirlo al seno. Verranno allora introdotte nella sua alimentazione, con gradualità inferiore alla prassi, le prime micro-pastine. Il suo inconscio vedrà nel glutine la causa della sua separazione improvvisa dal seno materno e da qui si svilupperà la sua ipersensibilità all’alimento.
È possibile guarire da un’allergia?
Partendo da questi presupposti, alla domanda
Allergie e intolleranze possono essere risolte?
La risposta in molti casi è sì. A patto che si riesca a risalire alla causa del disturbo e a prenderne coscienza. Lavorando di pari passo sulla rimodulazione del sistema immunitario.
Come un caso di presunta allergia al pelo del gatto si è risolta grazie all’ausilio della Kinesiologia dell’Inconscio
Quello che sto per raccontare è uno tra i vari casi che ho trattato personalmente in studio, con esito positivo.
Un cliente si presenta lamentando alcuni disturbi, tra cui un’allergia prepotente al pelo del gatto, presente sin dall’infanzia, che provocava sintomi respiratori molto gravi e impossibili da tenere a bada senza l’assunzione di un antistaminico, o badando a tenere a debita distanza qualsiasi felino.
Questo disturbo causava molto dispiacere nel soggetto, da sempre amante dei gatti.
Durante le consulenza, abbiamo analizzato le sue personali esperienze avute da bambino con i gatti, allo scopo di snocciolare la natura del trauma. Da piccolo, i suoi genitori ospitarono per un breve periodo il micio di alcuni parenti, mentre questi si trovavano in vacanza. Il soggetto ci giocava con molto divertimento, senza accusare alcun problema. Un giorno, il gatto sparì, creando grande scompiglio in famiglia, dovuto al forte senso di responsabilità verso i parenti che lo avevano loro affidato. In un paio di giorni, il micio fu ritrovato e la vicenda si chiuse felicemente. Ma non nell’inconscio del bambino.
Qualche tempo dopo, infatti, i suoi genitori decisero di adottare un altro gattino. Di giorno egli giocava spesso con lui, con grande gioia. La sera, però – e solo la sera – immancabilmente insorgevano sintomi respiratori: asma, occhi gonfi e senso di soffocamento. Fatte le dovute analisi, la diagnosi fu di allergia al pelo del gatto. Motivo per cui il piccolo micio fu dato via. Non senza la grande sofferenza del bambino che, da lì in poi, ogni volta che si trovava in presenza di un felino, soffriva dei suddetti sintomi.
Per tutta la vita, ogni volta che mi capitava di andare a far visita a degli amici che avevano in casa un gatto ero costretto ad assumere un antistaminico, che faceva effetto per un po’, finché non ero costretto ad andarmene
Mi raccontò.
Attraverso un’indagine basata sulla Kinesiologia dell’Inconscio*, abbiamo approfondito la questione, arrivando a portare a consapevolezza i suoi sentimenti di bambino di fronte alla scomparsa del gatto degli zii. Quell’esperienza traumatica era stata l’innesco di tutto. Nonostante il lieto fine, l’amigdala del bambino aveva registrato le emozioni che si respiravano in casa quando il gatto scappò. Quindi, quando i genitori ne adottarono a loro volta uno, nel bambino si ripresentava ogni sera la paura inconscia che anche lui scappasse durante la notte, costringendolo a separarsi dal suo simpatico compagno di giochi.
Dopo le nostre consulenze, il cliente tentò un timido approccio a un gatto – casualmente (o forse no) simile a quello che aveva avuto per poco tempo da bambino – con l’idea di provare ad adottarlo. Lo prese in braccio, lo tenne con sé per diverso tempo, lo accarezzò. Senza avere alcun sintomo. Poi lo ripose, con l’intento di prendersi del tempo per decidere il da farsi, in accordo con la proprietaria, che glielo avrebbe regalato solo se fosse stata sicura che entrambi potessero convivere serenamente. Allontanatosi dal micio, ecco di nuovo i sintomi. Questa era la conferma. Non era allergia al gatto, la sua, ma paura della separazione da esso.
Era su questo che era necessario lavorare e così abbiamo fatto.
Oggi il mio cliente ha finalmente potuto realizzare il suo sogno di bambino: ha un gatto e ha totalmente superato sia la presunta allergia che la paura di doversene separare. Nessun sintomo di quelli che lo avevano accompagnato per tutta la vita è mai più apparso.
Conclusioni
Questo è ovviamente un caso particolare. Ogni individuo ha un suo trauma personale, con una sfumatura ben precisa, che innesca l’allergia. Non solo ai gatti, ma anche al cibo, al polline, ecc. Per provare a superarla, è necessario risalire a quel trauma per scioglierlo. Il primo passo è senz’altro prenderne coscienza. Per fare questo, uno strumento come la Kinesiologia dell’Inconscio è essenziale, perché permette all’operatore di capire insieme a chi lo consulta che cosa esattamente ha scatenato il problema. Tutte le informazioni sulla nostra vita restano registrate nel nostro inconscio e accedere all’emisfero destro aiuta a riportare in superficie ciò che per anni è rimasto nascosto, così da poterlo affrontare, elaborare e risolvere.
Se vuoi saperne di più su questo metodo e prenotare una consulenza con me (anche online), mandami un’email o scrivimi su whatsapp.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto di Freepik
* La Kinesiologia dell’Inconscio è un metodo ideato dal Kinesiologo e Naturopata Alessandro Sieni – con cui mi sono direttamente formata – che integro abitualmente nelle mie consulenze come strumento di supporto per risalire alla causa dei disturbi e risolverli.
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