Prima di addentrarci nel cuore del discorso, è bene anzitutto chiarire che cosa si intende per linguaggio a bassa frequenza. Una volta compreso questo, sarà molto più semplice affrontare tutto il resto.
Usare un linguaggio a bassa frequenza significa ricorrere nella vita quotidiana a messaggi verbali ricchi di lamentele, critiche, intimidazioni, odio, insulti, malizia, pettegolezzi, bugie, minacce e similari. Insomma, tutto ciò che tende a indebolirci o a scoraggiarci.
Quanta negatività si sente ogni giorno intorno a noi E quanto sono rare, invece, le parole potenzianti che esprimono supporto!
Siamo un po’ tutti abituati ad agire e a parlare in modo automatico, dimenticando quanto le parole che pronunciamo e che ascoltiamo abbiano potere nella nostra esperienza di vita.
Le parole possono costruire o distruggere, sia a livello individuale che globale.
Sì, perché le parole generano un’eco, che influenza tutto ciò che ci circonda e che, spesso, come un boomerang rimbalzano e tornano indietro con la loro energia.
Spesso si genera una reazione a catena, che nel tempo diventa incontrollabile. Un linguaggio che contiene malignità e calunnie entra infatti in risonanza con le forze oscure, che rappresentano veri e proprio esseri cosmici, che per reazione emanano di conseguenza energie negative e dannose.
Più l’uomo si esprime attraverso pensieri e parole negative, più questo stesso tipo di energia si diffonderà intorno a lui, attirando problemi.
La fonte della negatività proviene dai più bassi livelli dell’esistenza, da una sorta di lato oscuro della Creazione, che di questo si nutre. Questo aspetto, essendo alimentato, diventa sempre più forte, andando però a indebolire noi.
Questo non significa però che si debba sempre edulcorare o che ci si debba trasformare in chierici, sempre sorridenti e pacifici. Ci sono circostanze dove discorsi che apparentemente potrebbero sorgere da una bassa frequenza, sono in realtà indispensabili e con una vibrazione molto elevata. Perché hanno il compito di irrompere come una stoccata che trafigge; per smuovere, per sovvertire, per scuotere e portare in superficie quei lati oscuri di noi e degli altri che hanno bisogno di essere prima visti e poi integrati.
Bisogna saper distinguere bene i momenti in cui è necessario esprimersi così. Per colpire in modo mirato e chirurgico, mossi da uno scopo più alto, spinti da quell’energia creativa che talvolta richiede che non vengano fatti giri di parole e che non si stemperi niente.
Esclusi questi momenti – che tendono a presentarsi spesso in questo periodo – è invece bene impegnarsi a esprimere parole gentili, di elogio, di compassione, che sfocino in modo puro e sincero dal cuore. Che ci rafforzino, Che ci potenzino. Che innalzino la nostra frequenza.
La parola ha una vibrazione, che la investe di un potere enorme.
La parola ferisce più della spada
Come recita il proverbio.
Ecco perché bisogna imparare a usarla nel modo più consono, adattandola alla singola esperienza in maniera coerente ed equilibrata.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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