Fluire con la vita significa imparare a rimanere nel qui e ora, proprio come fanno i bambini. Fare resistenza, invece comporta una permanenza forzata nel passato o nel futuro e ricorrere a ogni mezzo possibile per sfuggire al presente. Che è un dono, come dice la parola stessa.
Il flusso stimola la percezione del tempo che si allenta e di ogni momento che diventa sempre più intenso. Nella resistenza, invece, non ci sono istanti: il tempo si contrae e la coscienza non trattiene alcun fotogramma di ciò che si vive, perché è proiettata altrove.
Fluire con la vita permette di fare luce sulle piccole cose belle e di apprezzarle. La resistenza rende la prospettiva sfocata, perché tutto corre troppo veloce per essere afferrato.
Il flusso rende i sensi molto più attivi e la coscienza si apre alla curiosità e alla sorpresa. La resistenza limita il campo della percezione.
Fluire aiuta a distaccarsi dalle catene emotive e mentali, mentre fare resistenza sviluppa attaccamento.
Chi fluisce crea.
Chi resiste distrugge.
Chi fluisce si apre alle infinite possibilità.
Chi resiste si auto sabota.
Perché fluire significa anche trascendere i limiti della propria realtà, sfuggendo dalla gabbia di ciò che ci viene imposto dall’esterno.
Fluire significa a volte abbandonarsi all’incertezza, ma allo stesso tempo essere sempre pronti ad accogliere la magia della vita, riconnettendosi al proprio potere personale.
Il flusso nasce dal cuore.
La resistenza nasce dalla mente.
Chi fluisce crede in se stesso, crede nella vita, crede nei miracoli.
Per imparare a fluire, però, è necessario prima provare ad ascoltare. C’è una voce interiore che si esprime dentro di noi costantemente e che per essere sentita richiede calma e silenzio.
È solo trovando la propria pace interiore che la vita ricomincia a fluire, riportando armonia, ispirazione e luce.
Allora bisogna smettere di correre. Smettere di fare rumore. Smettere di resistere.
Fa resistenza chi sfugge a se stesso. Chi non si ascolta. Chi vorrebbe ma non fa. Chi procrastina. Chi si piange addosso. Chi preferisce fare la vittima anziché assumersi la responsabilità della propria vita. Chi osserva come va il mondo e pur non gradendolo non fa nulla per cambiare le cose.
Fa resistenza chi si lascia vivere addosso e così, giorno dopo giorno, lentamente muore.
Allora fermati. Adesso. Molla la presa. Allenta la tensione. Ammorbidisci la mani, i piedi, le gambe, le spalle.
Chiudi gli occhi e stai. Anche se fa male, anche se il dolore ti assale. Lascia che ti attraversi. Lascialo scorrere.
Liberati.
Ritrovati.
Riscopriti.
Amati.
Vivi.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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