E’ risaputo che tutte le tecniche di guarigione naturale che stanno tornando oggi alla ribalta affondano le proprie radici nella tradizione millenaria.
Nell’Antico Egitto, ad esempio, si ricorreva a scopo terapeutico a balli curativi, a canti armonici, all’aura healing, ai colori, alla geometria sacra, alle pietre preziose e alla cristalloterapia.
La finalità di questo approccio non è altro che quella di ristabilire armonia tra la dimensione spirituale e il Divino, convogliando l’energia dove è necessario a riportare equilibrio.
Questa tecnica, denominata Egyptian Healing si sta diffondendo oggi nuovamente, dopo essere stata dimenticata per secoli. Il libro di Jacqueline van Gessel è uno strumento molto utile per avvicinarsi all’Egyptian Healing e metterlo in pratica, recuperando l’essenza e la saggezza di una tradizione per troppo tempo ignorata.
Nell’Antico Egitto, i bambini di sette anni iniziavano a studiare questa tecnica nei templi. I primi tre anni della scuola erano uguali per tutti e avevano lo scopo di scoprire i talenti di ciascuno. I rimanenti quattro anni consistevano nell’affinare questi talenti.
Attraverso l’imposizione delle mani, si vanno a sciogliere i blocchi che ci possono essere nei chakra, ristabilendo l’armonico fluire dell’energia.
![]() | L’arte di creare l’armonia fra la propria dimensione spirituale e il Divino |
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Articolo di generazionebio.com
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