Le mani degli esseri umani emettono fasci di luce non visibile ad occhio nudo. Ma sarebbero le unghie a rilasciare la maggiore quantità di luce, almeno secondo uno studio recente che la rilevato che ogni zona della mano emette dei livelli di luce rilevabili da alcuni strumenti specifici.
Questi risultati vanno a dare supporto a ricerche precedenti, che suggerivano che la maggior parte degli esseri viventi, piante comprese, emettono luce.
Si è già anche visto che le malattie e le patologie sembrano influenzare l’intensità e l’andamento di questo bagliore e questa scoperta potrebbe portare a metodi meno invasivi per la diagnosi dei pazienti, ma anche per un riequilibrio della situazione molto più mirata.
Va detto che le mani non sono le uniche parti del corpo che rilasciano fotoni: questo vale anche per la pianta dei piedi.
Questa luce è ovviamente, come già detto, invisibile all’occhio umano.
Secondo le rilevazioni di questo studio, in un range di tempo prestabilito, le unghie emettono 60 fotoni, le dita 40 e i palmi 20.
Non si sa ancora come mai le unghie emettano più luce rispetto alle altre aree della mano, ma secondo i ricercatori potrebbe dipendere dalle finestre ottiche presenti in esse, che si comportano come un prisma luminescente.
Dalle osservazioni recenti si è anche visto che la temperatura più elevata aumenta il rilascio di fotoni, così come l’introduzione di ossigeno. Sembra poi che anche lo sfregamento di olio minerale sulle dita aumenti i livelli di luce emessa.
Secondo gli scienziati, si tratterebbe di chemiluminescenza, un fenomeno che si basa su alcune reazioni chimiche, simili a quelle che fanno brillare le lucciole.
In realtà, osservazioni di altro tipo hanno permesso di rilevare che il meccanismo è molto più profondo e indipendente rispetto alle reazioni chimiche indotte da agenti esterni come l’olio, quanto da un fenomeno interno associato alle biocomunicazione cellulare del corpo umano, che ha luogo proprio attraverso i fotoni.
Tutto questo va in ogni caso a dare sostegno alla teoria secondo la quale sarebbe possibile, tramite l’effetto kirlian, registrare questa emissione di luce e, grazie alla mappatura studiata dal ricercatore Peter Mandel, andare a diagnosticare a livello energetico disturbi e squilibri presenti nel corpo in modo assolutamente preciso, grazie al sistema D.E.P.T.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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