È teoria diffusa che, prima di nascere, ogni essere abbia deciso di venire sulla Terra per vivere un’esperienza tridimensionale, sulla base di un accordo animico.
Ogni anima sceglie con cura le esperienze che farà, un po’ come quando si selezionano le materie di studio all’Università. C’è chi sceglie di imparare attraverso il distacco e la solitudine, chi attraverso le relazioni, chi attraverso la ricchezza materiale.
Si racconta che poi abbia luogo una riunione, dove si concorda in che modo diverse anime entreranno in relazione. Un po’ come si fa quando si scelgono i ruoli da rivestire nell’ambito di una rappresentazione teatrale. Allo stesso modo, a ognuno viene assegnata una parte, che andrà poi a rappresentare nella vita.
Fatto ciò, avvengono il concepimento e poi la nascita.
Alcune anime si incontrano presto, perché diventano fratelli o sorelle. Altri saranno i compagni di scuola che poi rimarranno amici anche in età adulta; altri ancora si incontrano in età avanzata e magari si innamorano. Altri hanno un ruolo marginale: un medico, ad esempio, o il tassista che entra in scena in un momento particolare e via dicendo.
Nulla è mai a caso.
Poi, però, esiste il libero arbitrio. I ruoli vengono suddivisi, ma non c’è un vero e proprio copione. Ognuno crea i propri dialoghi e le proprie azioni, assumendosene la responsabilità.
Chi ha un capo esigente e perfezionista, probabilmente era d’accordo con lui affinché si impegnasse a tirare fuori il meglio dal suo sottoposto. Magari bisogna imparare la tolleranza, oppure per imparare è necessario dimettersi.
È difficile sapere cosa ognuno di noi è venuto qui a fare. Solo l’anima lo sa e lo comunica attraverso l’intuizione.
Da qui è facile comprendere che le persone che abbiamo intorno le abbiamo scelte prima e abbiamo chiesto loro, se non addirittura pregato, di essere la voce della nostra coscienza.
Magari abbiamo detto loro:
Non importa se ti renderai odioso, ma non permettermi di compiere azioni che mi lasceranno bloccato in questa incarnazione.
Ecco perché già la prima volta che li vediamo proviamo qualche sintomo di disagio: è l’anima che avverte del dolore che arriverà in seguito.
Ovviamente, non abbiamo alcun ricordo di tutto ciò. Non sappiamo che cosa tenga unito il cast che contribuisce a mettere in scena lo spettacolo della nostra vita, ma vi è un tacito accordo per aiutarsi a crescere ed evolvere a vicenda.
Anche con il peggior nemico, in realtà, si sta tacitamente formando una squadra di guarigione reciproca. Poi a volte subentrano dei problemi terreni che ci spingono a chiudere bruscamente una relazione. Ciò deriva dal libero arbitrio.
Il nostro percorso animico ha avuto inizio milioni di secoli fa e ad ogni incarnazione aggiungiamo gocce di luce alla coscienza, che ci aiutano ad evolvere e ad andare verso l’illuminazione.
Ecco perché è inutile guardare a una relazione e definirla un successo o un fallimento. Semplicemente, stiamo imparando ed è il solo fatto di poter interagire con gli altri, conoscerli e scoprire le differenze, così da arrivare fino alla profondità della loro anima, che rende ogni rapporto un successo.
Per questo motivo è inutile litigare.
Basterebbe guardare l’altro dritto negli occhi e dirgli:
Grazie per avere rispettato il contratto
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Articolo di generazionebio.com
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