Abbiamo permesso a forze più grandi di noi di incuterci una tale paura di morire, da ritrovarci, paradossalmente, a vivere da morti. Abbracciando un’esistenza artificiale, finta, scollegata dalla realtà e dalla natura.
Questo ci ha portato a sprecare del tempo prezioso, a dimenticare che quando moriremo davvero tutto rimarrà così come lo abbiamo lasciato: lavori in casa da concludere, rate dell’auto da pagare e altri debiti con la banca sospesi.
Quando si muore, tutta l’importanza data alle banalità della vita si dissolve; tutto va avanti; le persone care imparano a convivere con la nostra assenza e il mondo continua ad esistere. Ogni problema che si pensava di avere si trasforma in un grande vuoto.
Proprio così, perché i problemi vivono dentro di noi. Ogni cosa prende forma dall’energia che noi stessi vi convogliamo ed esercita su di noi l’influenza che noi per primi decidiamo che abbia.
Viviamo dimenticando che la morte è sempre in agguato. Basta un battito di ciglia e tutto finisce. E se non abbiamo fatto la differenza, finiamo per andarcene in modo anonimo, senza lasciare traccia. Spesso veniamo persino sostituiti rapidamente, sia in famiglia che al lavoro. Ciò che usavamo viene donato o buttato e piano piano ogni cosa materiale che ci apparteneva svanisce.
Se davvero fossimo capaci di comprendere il valore della morte e fossimo consapevoli che essa potrebbe arrivare in qualsiasi momento, forse ci impegneremmo davvero a vivere meglio.
Indosseremmo ogni giorno i nostri abiti migliori, viaggeremmo, mangeremmo i nostri piatti preferiti.
Ci aspetteremmo molto di meno dagli altri, saremmo più propensi al perdono, rideremmo di più, apprezzeremmo tutto ciò che è bello e daremmo molto più valore al tempo, anziché al denaro.
Se ci ricordassimo più spesso che in ogni momento potrebbe succedere di dover lasciare questo mondo, capiremmo che non vale la pena essere tristi per cose sciocche, ma ascolteremmo più musica e balleremmo molto di più, anche se siamo convinti di non esserne capaci.
Il tempo fugge. Dal momento della nascita in poi inizia un viaggio che ha come meta la fine. Perché, allora, ostinarsi a vivere di corsa? Senza concedersi di percepire che ogni giorno è uno in meno da vivere?
Domandiamoci allora cosa stiamo facendo del tempo che ci rimane.
Godiamoci tutto ciò che di bello c’è in questa vita e cogliamo ogni occasione per essere felici noi e per rendere felici coloro che ci circondano.
Trasformiamo la nostra paura di morire in un’irrefrenabile e smisurata voglia di vivere intensamente ogni attimo.
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Articolo di generazionebio.com
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