Quando una persona si offende, lo fa perché si sente ferita da qualcuno e non è in grado di lasciare andare ciò che ha vissuto.
Offendersi, però, comporta un dispendio di energia emotiva enorme, che spesso peggiora la condizione di disagio che si prova.
Purtroppo l’offesa nasce da un malinteso, dove due o più interlocutori non si capiscono e finiscono per evitarsi, per smettere di comunicare e per portare sulle spalle un grosso peso.
Le incomprensioni che portano a sentirsi offesi o feriti sono naturali nell’ambito di una vita di relazione. Tra adulti, la posta in gioco è spesso alta: motivo per cui capita che lo spirito dell’offesa si attacchi al cuore per molto tempo.
Quando ci sentiamo offesi
Lo spirito di offesa consiste nel provare risentimento a causa di un insulto reale o percepito. A volta si tratta di qualcosa di concreto; altre volte di una circostanza che viene interpretata male. A prescindere da questo, bisogna comunque affrontare il problema legato ai sentimenti feriti.
Non elaborare la ferita e non riuscire a lasciare andare comporta la tendenza a nutrire l’offesa stessa, rimuginando e influenzando in maniera negativa ogni aspetto della propria vita.
Cosa provoca uno spirito di offesa?
I fattori da elencare sarebbero troppi, ma sono 4 i principali.
Aspettative poco realistiche
Le aspettative irrealistiche portano molti danni alle relazioni. Ognuno ha le proprie, ma nessuno le può indovinare. Per questo andrebbero sempre espresse. Occorre chiedere e ascoltare. Spiegare e farsi capire. Se le aspettative vengono taciute, siano esse plausibili o meno, diventa difficile che l’interlocutore le possa indovinare.
Spirito ferito
Spesso usiamo le nostre ferite come filtro per giudicare gli altri. Invece dovremmo lavorare su di esse per compiere una trasmutazione e guarirle.
Abitudine ad aggrapparsi alle cose
Talvolta capita di essere insultati e di doversi scrollare di dosso una situazione. In questi casi, è necessario mantenere la prospettiva delle cose. Più un’amicizia è preziosa e più è necessario acquisire l’abilità di lasciare correre le sciocchezze.
Supposizione di intenzioni negative
Quante volte diamo per scontato l’intento di un’altra persona? Interpretiamo male un’azione e non siamo nemmeno disposti a dare il beneficio del dubbio. Si dovrebbe invece valutare che l’altro non intendesse ciò che abbiamo pensato noi e rivedere la questione sotto una luce diversa.
Come superare lo spirito di offesa
Per superare l’offesa sono richieste volontà e intento. Occorre ritrovare uno spirito di umiltà ed essere disposti a rinunciare al diritto di rimanere feriti. Bisogna fare in modo che questo spirito non si radichi.
È utile riconoscere che la ferita che ci fa male è totalmente irrazionale. L’unica cosa da fare è attivarsi per superare il dolore. Questo può avvenire elaborandolo e affrontandolo con la persona che ha generato in noi questa sensazione. Senza coinvolgere necessariamente terzi, che potrebbero rendere il problema ancora più grande. Intraprendere un percorso di perdono è sicuramente una scelta sana, principalmente per noi stessi, per non lasciare che il risentimento ci consumi. Il perdono dovrebbe diventare un aspetto naturale della propria vita. Saper lasciare andare impedisce allo spirito di offesa di prendere piede. Per questo andrebbe sempre perseguito. Non per fare un favore agli altri, ma a se stessi.
Le relazioni interpersonali spesso comportano delle incomprensioni: si tratta sempre di occasioni per imparare a elaborare il dolore, attraversando diverse emozioni che spesso non è facile gestire. Bisogna concedersi del tempo. Guardarsi dentro. Comprendere che il senso di offesa che percepiamo è qualcosa di nostro, sul quale l’altro ha semplicemente contribuito a portare l’attenzione, affinché vi sia risoluzione.
E se siamo stati noi a causare un’offesa, non possiamo fare altro che spiegare quali fossero le nostre reali intenzioni, manifestando umilmente all’altro le nostre debolezze e accettando di poter compiere errori umani, pur in buona fede. Più di questo non è possibile fare.
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Articolo di generazionebio.com
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