Nel mondo materiale attraversiamo periodi di grande angoscia, a cui cerchiamo di trovare una soluzione perfetta. Non sempre con successo.
L’unica via possibile è trascendere la palude della vita mondana per connettersi ai mondi superiori, in quello spazio dove la realtà è perfetta e ci si sente liberi. Solo lì è possibile sperimentare l’infinito, che è privo di restrizioni, blocchi e sofferenza; solo lì è possibile realizzarsi e raggiungere la pace interiore.
Perché esiste uno spazio superiore dove tutto ciò è possibile, mentre nella vita materiale le cose sono così complicate?
È semplice: nella realtà fisica siamo intrappolati in un sistema denso, governato da leggi e regole che sono tipiche della matrice terrena. In questa dimensione, la luce della Creazione fatica a penetrare, perché è come se questa venisse in qualche modo schermata.
Questo ci porta a vivere in un’oscurità quasi completa, che è la responsabile della cecità e della mancanza di consapevolezza dell’uomo, che lo costringe ad un approccio artefatto con la realtà.
Questo gioco di schermi e di specchi crea un’illusione, che ci convince che tutto ciò che vediamo è la sola realtà che esiste. Che le cose non potranno andare meglio, che dopo la vita non c’è altro.
Impossibile, così, stare lontani dalla disperazione, dalla paura, dall’ansia e dall’angoscia.
Molti di noi, però, non ci stanno più. Non si accontentano di vivere un’esistenza miserabile e si domandano se davvero non ci sia dell’altro. È questo lo stimolo che porta a un cammino di ricerca, allo scopo di trovare un canale preferenziale di connessione a una realtà perfetta, che si trova oltre a ciò che vediamo e tocchiamo con mano.
Esiste una realtà illuminata, che tutti bramiamo ma che in pochi riusciamo a percepire. Perché non sempre è facile trovare lo strumento adatto per farlo. Ognuno ha una strada prediletta che lo porterà più facilmente e rapidamente all’obiettivo. Ecco perché è importante sperimentare, senza scoraggiarsi. Implementando nella propria vita anche la dimensione del sacro, che non ha nulla a che fare con le religioni, ma con quel livello dell’essere che aiuta e migliorare e correggere le aree disfunzionali della propria storia, rimuovendo tutti i blocchi che tengono lontano da chi si è veramente. Non è mai troppo tardi per realizzarsi e riscattarsi.
È innegabile che l’umanità si stia muovendo verso lo stadio successivo della sua trascendenza spirituale e accelerare questo processo è possibile, se ognuno di noi fa la sua parte con impegno, portando nel qui e ora quella realtà che sembra utopica, ma che è perfetta e illuminata. Il tutto senza che si crei una disconnessione effettiva dalla matrice terrena, anzi: lo scopo è mantenersi ben radicati coi piedi, ma con un occhio sempre più rivolto ai piani alti, in quell’immensità del cielo che sempre più sorprese è destinato a regalarci.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto di Bess Hamiti
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