Mai come in questo periodo le persone lamentano di ritrovarsi da sole, di avere il vuoto intorno e di riconoscere come molti che prima potevano essere considerati amici oggi sembrano essersi dileguati.
Ci sono due aspetti da tenere in considerazione.
- Il primo riguarda il processo di sviluppo personale che ogni essere sta attraversando, che non è mai stato così difficile prima d’ora. Ciò comporta che ognuno sia impegnato con le sue sfide e abbia difficoltà a mantenere intatte le energie anche per gli altri.
- L’altro aspetto riguarda la necessità di passare del tempo da soli che ognuno di noi ha, che gli piaccia o meno. Non a caso, al di là di ogni scelta politica – che nasce sempre sotto lo stimolo di un’esigenza dei piani sottili di dare il via a un passaggio evolutivo – negli ultimi anni ci siamo trovati costretti a restare separati gli uni dagli altri.
Rimanere da soli consente di conoscere se stessi. Ed ecco che l’universo crea le circostanze che costringono a farlo. Quando siamo soli dobbiamo imparare a convivere con ciò che abbiamo dentro. Senza le distrazioni esterne, siamo costretti a sentire anche la voce più scomoda, che si è sempre espressa, senza però essere ascoltata. Così passano gli anni e si sfugge da qualcosa che richiederebbe, in realtà, 5 minuti per essere affrontata e chiarita.
Proprio così, perché solo ascoltandosi possono emergere i messaggi interiori, che sono poi quelli che ci indicano la strada da percorrere per realizzarci.
Più impariamo a stare con noi stessi, anche per un lungo periodo, e più riusciamo ad accettarci, amarci, darci il giusto valore e a scendere in profondità per ritrovare quella fonte di luce che è sempre presente in noi. Semplicemente, la maggior parte del tempo lo passiamo ad ignorarla.
Appena smettiamo di farlo, ci rendiamo conto che tutto ciò che abbiamo sempre cercato è lì! Dentro di noi! Noi stessi siamo fonte di amore e luce.
Chi cerca trova.
Poi ci sono anche altri piani di luce, che si trovano all’esterno. Ma solo riaccendendo la propria fonte di luce è possibile entrare in risonanza con essi.
Per questo ogni momento di solitudine andrebbe non solo accolto e benedetto, ma persino ricercato consapevolmente. Per dare vita a tutti quei processi di auto conoscenza che hanno come risultato finale non tanto l’elevazione spirituale – che sarà una conseguenza diretta – quanto la realizzazione del proprio potenziale, di quello che in modo più semplice definiamo “percorso di vita”.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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