L’era dell’egoismo e dell’individualismo è ormai in stato di agonia. Ciò a cui si assiste e che viene esposto in maniera plateale non è altro che un ultimo strascico, un tentativo di resistenza da parte di un’energia ormai vecchia e superata.
Al suo posto, si sta insinuando un altro tipo di approccio, che rappresenta le fondamenta del nuovo mondo in costruzione: l’economia della condivisione. Che non si basa esclusivamente sugli oggetti materiali, ma su qualcosa di molto più intimo e profondo: i talenti individuali, da mettere a disposizione del prossimo.
Per molti sarà un passaggio naturale; in diversi casi lo è già. Per tanti altri si tratterà di cambiare mentalità e comportamento e richiederà un po’ di tempo in più.
Tutto sta nel trovare dei modi nuovi e creativi per soddisfare le esigenze proprie e altrui, in modo più umano, dando vita a una rete di contatti che riporterà in vita il senso di comunità.
Affinché questa economia funzioni è indispensabile riscoprire l’importanza del dare e del darsi, consapevoli che la cosa più dura di questi tempi è stata affrontare le varie avversità da soli.
Dare porta una gioia immensa e immediata ed è l’ingrediente principale per costruire delle forti relazioni. Non occorre avere qualcosa di materiale da dare. Non bisogna pensare per forza a degli oggetti, al denaro.
Dare significa anche e soprattutto individuare i propri talenti e le abilità da condividere.
Ciascuno di noi può dare al prossimo la propria personalità, la propria attenzione, la propria presenza. Questi doni sono davvero ciò che di più significativo si possa mettere a disposizione e hanno un impatto rilevante sulla società.
A ognuno di noi riesce più facile fare qualcosa rispetto agli altri. Non deve trattarsi per forza di un talento artistico. Molti quando pensano ai talenti si limitano a questo, ma il senso è molto più ampio! È sufficiente saper pulire bene il frigorifero, fare giardinaggio, fare ritratti, pulire il pavimento, tagliare i capelli, cucinare, riparare la gomma bucata della bicicletta, avere ottime capacità organizzative.
Chi ha un hobby particolare o un’abilità per dei lavori quotidiani che si svolgono con piacere, dovrebbe iniziare a offrirli. Non conta tanto cosa, ma il come. Perché la chiave consiste nel dare qualcosa di sé che darà piacere sia a chi offre che a chi riceve. Non deve trattarsi di qualcosa di gravoso o che appaia estenuante, altrimenti viene a mancare l’intenzione.
Lettura ad alta voce, cucito, pittura, invio di e-mail, spalatura della neve, sfalcio di un prato, uso del computer. Queste sono solo alcune idee e possibilità.
L’importante è iniziare a trasformare un’abilità o un interesse segreto in un dono per l’altro. In modo che chiunque sia coinvolto possa provare gioia e divertimento. Oltre che gratitudine.
È possibile scegliere un gruppo di persone, oppure selezionare i possibili destinatari in base a qualche criterio.
Il suggerimento è di iniziare dagli amici e dai colleghi. Questo permetterà di gettare un primo piccolo seme in una realtà piccola, nella quale però ognuno potrà poi prendere esempio e replicare il dono di sé in realtà alternative, così da generare un potente effetto domino che determinerà una vera spaccatura con il passato e metterà la pietra tombale e la parola fine all’era dell’egocentrismo per lasciare spazio finalmente a quella della solidarietà del cuore.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte e ispirazione:
Non Comprare Niente di L. Clark & R. Rockefeller
Foto di Freepik
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