Se ancora pensi che le esperienze che attraversi nella vita materiale siano frutto del caso o, peggio, della sfortuna, sei totalmente fuori strada.
Via via che si amplia la coscienza collettiva, ognuno di noi integra nuove consapevolezze. Quando però si tratta di accettare di assumersi la responsabilità della propria vita e di ciò che la costella, le cose si complicano.
Chi, io?
Davvero ho scelto io tutto questo?
Com’è possibile?
Eppure, questa è la realtà.
Tutto ciò che stai vivendo (e che hai vissuto) lo hai scelto.
La tua famiglia, il tuo lavoro, il tuo partner. Nulla ti è piovuto addosso casualmente.
Anche tu, come ogni anima, hai un cammino da percorrere allo scopo di crescere sempre di più ed elevarti, vita dopo vita. Per fare questo, però, hai – come tutti – la necessità di vivere determinate esperienze.
Le esperienze le hai scelte prima. Come queste si svolgeranno sul piano materiale dipende poi dal tuo libero arbitrio.
Se hai una famiglia che ti ostacola in tutto è perché hai bisogno di accogliere la sfida e imparare a realizzarti lo stesso, superando ogni tentativo di boicottaggio. Se il tuo partner ti tradisce è perché hai bisogno di imparare a perdonare. Se fai un lavoro che non ti piace oppure non sei in sintonia con i tuoi colleghi è perché hai bisogno di attraversare questi disagi per capire chi sei e cosa ami davvero fare. Se hai una malattia è perché hai bisogno di integrarne il significato biologico. Se hai avuto un incidente è perché hai bisogno di fortificarti attraverso un percorso di riabilitazione che ti permetterà di osservare tutto sotto una luce nuova.
Queste sono ovviamente delle generalizzazioni. Ogni situazione personale è infatti poi corredata da ulteriori sfumature che danno al quadro globale delle connotazioni più specifiche.
È fondamentale accettare di avere scelto tutto. Anche il posto e l’epoca della tua attuale incarnazione. Per quanto ti sembri folle – dati i tempi che corrono – e nonostante, in un istante di profonda auto-ironia, tu ti senta autorizzato a domandarti se per caso in quel momento non fossi sotto l’effetto di alcolici.
Accogliere questa nuova consapevolezza e integrarla è una presa di responsabilità importante. Sia a livello individuale che collettivo.
Ognuno di noi è stato selezionato e ha accettato volontariamente l’incarico. Firmando un vero e proprio contratto, con determinate clausole da rispettare.
In questa ottica, anche una morte violenta, per quanto crudele appaia, acquisisce un significato completamente nuovo. Tutto era già stato pianificato a monte.
La vita non è altro che una commedia. Dove ciascuno di noi, te compreso, ha un ruolo da interpretare con parole, pensieri e azioni. Talvolta anche attraverso quelli che sembrano dei sacrifici.
Tutti siamo stati collocati su questo pianeta come entità onnipotenti che hanno il grande onore di partecipare a un’esperienza terrena che vuole vederci elevati e sempre più vicini alla luce.
Assistiamo sempre di più a eventi di massa dove molte anime perdono la vita violentemente. Queste anime, oltre che compiante, andrebbero onorate, ringraziate e lasciate andare con il cuore colmo di grazia. Perché hanno scelto coraggiosamente di partecipare a un’opera collettiva di ampliamento della coscienza. Senza questi accadimenti, senza questi grandi shock, l’uomo non evolverebbe perché ha la tendenza innata ad adagiarsi sugli allori.
Ecco che allora, quando il processo rallenta bruscamente, la natura entra in scena per dare uno scossone e propone, tra le altre cose, disastri geologici, epidemie e guerre. Niente che la nostra coscienza non si aspettasse già o che la nostra anima non sia pronta ad affrontare.
Può essere sconvolgente immaginare una cosa simile. È un’idea che può disorientare e scuotere. È giusto che sia così, se ancora non si è pronti a osservare la realtà per quella che è, dalla prospettiva della coscienza e non più da quella della logica.
Prima o poi, però, occorre decidere se essere vittime o spettatori passivi; oppure se prendere finalmente l’iniziativa e muoversi in direzione di noi stessi, iniziando a interpretare il ruolo che abbiamo scelto per fare la differenza nel mondo.
Senza più un briciolo di paura.
E tu? Sei pronto a fare questo passo?
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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Foto di Jenna Hamra da Pexels
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