Ogni volta che sono state diffuse delle profezie in merito a una possibile fine assoluta del mondo, queste sono sempre travisate: ci si riferiva per lo più al fatto che un mondo, così come era conosciuto, stava per morire, per lasciare lo spazio ad uno nuovo.
Oggi stiamo proprio attraversando una fase del genere e le doglie del parto di questo nuovo mondo possono essere particolarmente dolorose. Ma non per tutti, perché molto dipende da come si sceglie di affrontarlo. Si può scegliere se percorrere il sentiero della luce o il sentiero della sofferenza.
Quello che capita nel mondo sta modificando la visione della creazione e della vita. Sta generando divisione. Così come nella dimensione macroscopica il mondo si sta spaccando in due, anche a livello locale le persone sono divise. Solo un atto rivoluzionario come pensare attivamente al bene del proprio vicino può agire nelle dimensioni sottili per portare un cambiamento.
Ciò che accade fuori, è una proiezione. È qualcosa che riguarda tutti. Ogni guerra, che si tratti di controversie interne, così come di conflitti su ampia scala, è il riflesso della guerra in atto dentro all’uomo. Quell’uomo che vuole il controllo, che vuole la superiorità sull’altro. È una lotta per la supremazia sul territorio, al fine di garantire la propria sopravvivenza. È un istinto biologico primordiale.
Per risolvere qualsiasi diatriba occorre guardarsi dentro, osservare il proprio dolore personale, comprenderlo e integrarlo. Bisogna abbandonare la necessità di avere ragione a tutti i costi. Niente si risolve se entrambe le parti in causa non si accollano la loro parte di responsabilità. Non esiste, di fatto, una giustizia oggettiva. Se però accettiamo di abbandonare il tentativo di regolare vecchi conti in sospeso, che trasciniamo dietro di noi come una zavorra, possiamo iniziare a costruire un futuro positivo. Questo può realizzarsi solo concentrandosi sul rispetto e sulla comprensione reciproci, oltre che sulla tolleranza delle profonde differenze. Tutto ciò fa parte del sentiero della luce.
Un sentiero costellato di amore, unione e fratellanza. Che si manifestino nella realtà con atti pratici, senza rimanere sterili parole di cui riempirsi la bocca.
Solo se impariamo ad amare noi stessi e a prenderci cura degli altri possiamo far cessare quei conflitti esteriori che sono il riflesso del nostro odio furioso verso l’altro. Chiunque esso sia.
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Articolo di generazionebio.com
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