Alcuni ricercatori del Royal Melbourne Institute of Technology in Australia hanno scoperto come stimolare la ricrescita delle ossa sfruttando delle onde sonore ad alta frequenza mirate alle cellule staminali. Se confermato, tutto ciò rappresenta una potenziale svolta nella medicina rigenerativa.
Esistono in realtà altri metodi sperimentali per la ricrescita ossea, utilizzando le cellule staminali estratte dal midollo osseo. Questo processo risulta però spesso molto doloroso e invasivo. L’utilizzo delle onde sonore si è dimostrato invece un metodo molto più rapido, economico ed efficiente.
Le onde sonore riducono infatti di diversi giorni la durata del trattamento che viene normalmente richiesto affinché le cellule staminali inizino a trasformarsi in cellule ossee. Inoltre, questa metodologia non richiede alcun farmaco particolare per stimolare la crescita ed è molto semplice da attuare.
Il dispositivo a cui si ricorre può essere persino potenziato, per trattare simultaneamente un grande numero di cellule contemporaneamente.
Una volta che le cellule staminali sono state indotte a trasformarsi in cellule ossee, si pensa che possano essere iniettate localmente o addirittura rivestite su un impianto, così da far ricrescere un osso o farne crescere da zero uno completamente nuovo.
In più, le cellule staminali del midollo osseo sono difficili da reperire, perciò con questo metodo sarebbe possibile ricorrere ad altre cellule campione dal corpo del paziente, incluso il tessuto adiposo.
I ricercatori, per raggiungere questo obiettivo, hanno sviluppato un piccolo dispositivo che genera onde sonore a frequenze superiori ai 10 megahertz, un valore di diversi ordini di grandezza in più rispetto allo spettro udibile. Durante un esperimento, i ricercatori hanno indirizzato queste onde sonore alle cellule staminali per dieci minuti al giorno, per soli 5 giorni, aumentando in maniera significativa i processi coinvolti nella trasformazione dell’osso.
Le onde sonore possono essere usate applicando la giusta quantità di pressione su punti specifici delle cellule staminali: così si innesca immediatamente un processo di cambiamento.
Per il momento l’ostacolo da superare è la difficoltà di aumentare la piattaforma per uso medico. Essendo però il dispositivo usato estremamente economico, si spera che questa tecnologia possa essere sviluppata in modo tale da diventare uno strumento di punta per la medicina rigenerativa.
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Articolo di generazionebio.com
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