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Alla riscoperta del significato originario dei simboli sacri

di Generazione Bio 9 Febbraio 2022
di Generazione Bio 9 Febbraio 2022
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Già nel Medioevo chiunque si connettesse in qualche modo alle energie universali della luce era considerato come un praticante di stregoneria, e per questo veniva ucciso.

Molti si illudono che questo atteggiamento sia solo un lontano ricordo, eppure si vedono continuamente ancora oggi varie persecuzioni, in tutto il mondo.

Questo vale, in particolare, per i simboli più antichi che, un tempo dispensatori di luce, sono stati spesso oltraggiati e invertiti. Fino ad essere oggi definiti persino occulti e malvagi.

Pensiamo al simbolo dell’occhio, della piramide, del pentagramma e così via: tutti originariamente bellissimi simboli di luce, che oggi sarebbe doveroso recuperare.

Purtroppo, chi lavora con questi simboli viene visto a prescindere come satanista, quando in epoche lontane essi venivano usati da maghi bianchi, profeti e guaritori per portare bellezza e stimolare la guarigione.

Oggi si parla di sacrifici  e magia oscura incanalata tramite questi simboli e queste icone. Ma tutto ciò è semplicemente fuorviante.

I simboli, di per sé, non sono malvagi.

La simbologia massonica, ad esempio, vede le sue origini al tempo dei templari, che a loro volta li avevano presi in prestito da tribù più antiche.

Spesso si vede il famoso occhio di Horus utilizzato dalle pop star e le si addita subito in modo negativo.

Certo, un’immagine emette un’energia che può non piacere. Questa può essere utilizzata per veicolare codici non propriamente positivi. Ciò si può evincere proprio da come l’immagine viene utilizzata e dalla sensazione che ne deriva.

Ci sono circostanze in cui il medesimo simbolo può essere usato con intenzioni elevate.

L’occhio di Horus, all’origine, simboleggiava l’apertura della ghiandola pineale e dell’amigdala, che ha una correlazione con questa apertura, oltre a governare le risposte di attacco o fuga. Ogni volta che ipofisi e pineale vengono influenzate in qualche modo, ne risente anche l’amigdala.

La pineale si apre quando l’anima raggiunge un certo livello spirituale e questa ghiandola contiene il potenziale che ha ogni essere umano di raggiungere l’illuminazione.

Lo scopo di tenere chiusa la pineale delle masse proprio da alcuni che ne sfruttano il simbolismo è chiaro. È innegabile che vi siano dei tentativi di rendere questa conoscenza perversa, da parte di soggetti che hanno scelto l’iniziazione a culti più oscuri.

Ma ci sono anche ordini di luce, che ricorrono agli stessi insegnamenti in maniera pura.

Questo è solo un esempio di come un simbolo possa essere usato sia nel bene che nel male. Tutto dipende da chi lo utilizza e dalle sue intenzioni

Per questo è molto sciocco temere certi simboli e associarli in ogni caso a qualcosa di negativo. Cosa c’è di diverso, in questo atteggiamento, rispetto a quello che si aveva nel Medioevo verso le donne sagge, che venivano invece etichettate come streghe malevole? Il parallelismo è evidente.

Purtroppo molte comunità spirituali, da qualche anno, sono state pesantemente infiltrate. Da qui le accuse, che sono solo una versione moderna di quelle più antiche.

È vero che spesso coloro che lavorano con determinati simboli indossano la maschera degli sciamani e dei profeti, senza essere davvero ciò che sembrano. È però altrettanto vero che i simboli, presi da soli, rappresentano la luce. Non bisogna averne paura. Non sono malvagi.

Per questo motivo è importante imparare a percepire l’energia delle cose, sapere ascoltare la nostra verità interiore, senza lasciarsi manipolare da semplici pettegolezzi e speculazioni.

Occorre comprendere quali sono le intenzioni di chi usa determinati simboli sacri.

È tempo di uscire dai programmi di paura, per chiudersi in un profondo silenzio. Facendo spazio interiore. Anche la svastica era originariamente un simbolo sacro.

Per rimanere nella luce bisogna lasciare le credenze e le false convinzioni. Bisogna saper vedere e intuire. Ma per affinare l’intuito è necessario prima imparare a conoscere se stessi.

Nel frattempo, nel dubbio, guardiamo attentamente chi usa questi simboli: la risposta a ogni dubbio la si trova racchiusa nei suoi occhi.

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Articolo di generazionebio.com
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