In tempi in cui regna la crisi e lo stress è ai massimi livelli, vedere la luce alla fine del tunnel può apparire impossibile.
Spesso viviamo problemi che ci sembrano totalizzanti e ci sentiamo travolgere.
In questi casi, è bene imparare a fare un passo indietro per placare la mente, così da cambiare prospettiva.
Questo passaggio diventa più facile quando riusciamo a capire se siamo noi ad avere il controllo della situazione, oppure se lasciamo che sia il nostro pilota automatico emozionale a guidarci.
Nei periodi più difficili, è estremamente importante mantenere il controllo ed evitare di agire meccanicamente.
Le azioni del pilota automatico derivano da schemi che si trascinano sin dall’infanzia e danno luogo a comportamenti spesso disastrosi, che tendono a concentrarsi solo sulla minaccia alla sopravvivenza a cui è esposto il nostro indifeso bambino interiore.
Mantenere il controllo è infatti cosa da adulti.
Il pilota automatico si mette al posto di comando quando siamo stanchi o malati; quando affrontiamo qualcosa che ci provoca ansia; quando ci sentiamo trattati ingiustamente; quando abbiamo l’impressione di essere impotenti; quando una situazione in cui ci imbattiamo ci ricorda qualcosa che appartiene al passato.
Capita a tutti di affrontare situazioni a rischio come quelle evidenziate. È proprio in questi momenti che bisogna arrestarsi e farsi tre specifiche domande:
- Ciò che sto dicendo o facendo è appropriato in questo momento?
- La sensazione che sto provando è simile a qualcosa che ho provato in passato?
- Questa idea è una buona intuizione oppure deriva da paura o irritazione?
Se stiamo facendo qualcosa di inappropriato, è ovvio che dovremmo fermarci immediatamente, rilassarci e rivedere il nostro comportamento.
Le esperienze traumatiche del passato sono spesso quelle che, se non risolte, si presentano dietro una maschera diversa, ma la cui sostanza resta identica. È proprio lì di fronte che parte il pilota automatico emozionale, che ci fa muovere nella vita meccanicamente, generando effetti talvolta anche spaventosi.
Chi ad esempio tende facilmente a sottomettersi a un’autorità, è probabile che abbia ricevuto un’educazione molto rigida e repressiva. Chi non è in grado di farsi valere e soccombe, assumendo un atteggiamento rinunciatario, ha avuto esperienze di un papà particolarmente punitivo.
Sono certamente condizioni difficili da risolvere in autonomia. Per questo non bisognerebbe avere remore e affidarsi ad un bravo professionista che sappia sciogliere questi blocchi, rompere questi schemi e aiutare a disattivare il dannoso pilota automatico che tende a insinuarsi nella nostra vita. Solo così sarà possibile riprenderne il controllo e goderne pienamente, persino quando le cose sembrano andare male.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto di Freepik
Fonte:
Come Stare Bene Quando Le Cose Vanno Male
di Gael Lindenfield
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