L’esperimento del prisma portato a compimento da Newton ha dimostrato come la luce bianca si possa scomporre in 7 colori.
È possibile fare un’analogia tra il prisma stesso e l’uomo, il quale è potenzialmente in grado di diffondere intorno a sé la luce che porta nell’anima. Per farlo, però, deve essere in armonia con se stesso e coerente con i suoi pensieri e sentimenti.
Purtroppo, questa è una condizione molto rara, perché l’uomo si trova ad avere intelletto, cuore e volontà disallineati. Cosa che comporta disordine e squilibrio.
È importante ricordare che per irradiare i 7 colori di cui è costituita la luce e, di conseguenza, le loro virtù associate serve uno sforzo non indifferente.
La luce non la creiamo noi, ma ci attraversa, allo scopo di produrre il suo effetto. Però dobbiamo essere noi a prepararci ad accoglierla, prima di tutto purificandoci.
Quando l’uomo è malato, debilitato o manca di equilibrio, questa luce non può che manifestarsi in maniera imperfetta.
L’organismo è attraversato da un fenomeno molto preciso, dove ogni funzione riproduce perfettamente il prisma che scompone la luce nei 7 colori.
Quando mangiamo, gli alimenti rappresentano la luce; lo stomaco è il prisma e deve presentarsi in buono stato affinché abbia luogo la digestione, che permetterà alle 7 forze di essere distribuite in tutto il corpo. Il rosso sarà diretto al sistema muscolare; l’arancio al sistema circolatorio; il giallo al sistema nervoso; il verde al sistema digestivo; il turchese al sistema respiratorio; il blu al sistema scheletrico; il viola al sistema endocrino.
Lo stesso vale per l’aria che respiriamo, che rappresenta simbolicamente la luce, mentre narici e polmoni fanno le veci del prisma. Medesimo meccanismo per gli occhi. Tutto ciò che viene assorbito dall’uomo può essere paragonato alla luce che attraversa il prisma per essere scomposta e distribuita. Il processo è analogo.
L’immagine del prisma ci ammonisce ad essere noi stessi puri come il cristallo, per consentire alla luce di attraversarci. Sarà dunque di fondamentale importanza compiere un costante e regolare lavoro su noi stessi, altrimenti non potremo accogliere la luce in cui siamo immersi e, di conseguenza, sarà impossibile a nostra volta irradiarla.
È proprio la purezza ad aprire le porte alla luce. Pertanto, è necessario permettere al nostro corpo di ripulirsi e di rigenerarsi costantemente. In questo modo, l’anima potrà continuare a svolgere le sue funzioni e a manifestarsi nella materia illuminandola.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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