Si parla tanto, nell’attualità e in ambienti spirituali – dei cosiddetti guerrieri della luce, di coloro, cioè, che dovrebbero – in teoria – portare la luce nel mondo e rivoluzionarlo.
Si dimentica, però, che il termine guerrieri deriva dalla parola guerra. Cosa che con la luce ha poco da spartire. L’espressione contiene allora in sé una enorme contraddizione.
Il guerriero è colui che si arma, che si mette in opposizione e combatte qualcosa. La storia ne ha visti tanti di guerrieri che, hanno sì vinto molte battaglie, ma mai lo scontro definitivo per migliorare il mondo. Altrimenti non ci troveremmo in una situazione così complessa come quella attuale.
Alla base di tutto ciò, vi è un assunto che è impossibile ignorare: qualsiasi cosa che si combatte e che, di conseguenza, riceve la nostra massima attenzione, non fa che ingigantirsi. Quindi la guerra, pur se definita con un ossimoro di luce non può che generare altra guerra.
E se la soluzione per salvare il mondo fosse cambiare approccio? Trovare nuovi mezzi e nuove strade per compartecipare al cambiamento?
Se fosse mettercela tutta per essere felici, in barba a tutto?
Visti i tempi che stiamo vivendo, può sembrare una scelta radicale e fuori luogo: in un certo senso, questo è vero perché non si può compiere davvero se non a fronte di una profonda presa di consapevolezza.
Tutto ciò che stiamo affrontando è di una certa portata e complessità. Ma è proprio per questo che lo spirito con cui lo facciamo può fare la differenza.
Ciò che accade intorno non va ignorato, anzi: va osservato in maniera più che mai consapevole. Occorre poi prendersi la responsabilità di fare scelte che vadano nella direzione della vita, nella sua accezione più naturale. Scoraggiarsi e preoccuparsi è umano, ma a un certo punto bisogna rialzarsi e recuperare la speranza. Senza fare finta che vada tutto bene, ma rimanendo presenti a se stessi, per attraversare gli eventi in modo lucido.
Quello che stiamo vivendo è un passaggio collettivo che va vissuto ognuno nella propria individualità.
Ognuno deve salvare se stesso.
Stiamo assistendo a una vera e propria metamorfosi.
Un nuovo mondo ci aspetta ed è pronto, finalmente, a manifestarsi. Un mondo diverso da ogni punto di vista: sociale, culturale, economico e finanziario.
I cambiamenti si stanno già producendo da tempo e diventeranno via via sempre più manifesti. Molte persone rimarranno spaesate, perché ogni cambiamento spaventa. Ecco perché è importante prepararsi anche per loro, sapendo che tutto ciò che capita è transitorio.
Le proteste in piazza sono comprensibili, ma poco funzionali perché mosse dalla paura di perdere quel mondo che è stato e che non tornerà più. Ogni cosa che viene motivata dalla paura non può dare risultati vantaggiosi.
L’impegno deve essere quello di concentrarsi sulla propria vita interiore, mentre si fa fronte alle problematiche contingenti. L’atto più coraggioso oggi è concedersi di essere sereni nel cambiamento, sapendo che è tutto ciò che è necessario nel qui e ora. Allora la soluzione arriverà più rapidamente.
Cambiando il pensiero nei confronti della realtà, cambierà di conseguenza anche la realtà. È pura fisica quantistica.
Per velocizzare il processo, dunque, chiunque sia già cosciente di ciò che si sta profilando, non può far altro che mostrare agli altri la propria serenità, come se fosse lo spettatore di un film surreale che è prossimo ai titoli di coda e che lascerà spazio a una realtà migliore appena uscirà dal cinema. Non c’è altro modo.
Occorre agire per se stessi, perché per gli altri non si può fare niente.
Dobbiamo tutti fare qualcosa per noi, per farci trovare pronti quando qualcuno ci chiederà qualcosa. L’idea di salvare gli altri a prescindere è pura illusione. Nel nuovo mondo che si sta palesando ognuno è responsabile della propria vita e non esistono falsi buonismi.
Ognuno deve realizzare per sé la propria serenità nel mondo reale. Questo è già sufficiente, perché espande indirettamente intorno un aiuto. Un cambiamento nella propria vita si riverbera infatti anche su quella degli altri.
Allora ogni volta che è possibile, godiamo della vita. Nel qui e ora. Cerchiamo di provare piacere.
In quello che si fa, in quello che si dice, in quello che si è. Godiamo delle piccole cose. Di un buon caffè, della vista di un tramonto, di una passeggiata, di un bel libro, di una chiacchierata.
Torniamo a provare piacere nel fare le cose, anche e soprattutto quelle che appaiono più banali e scontate, senza alcun senso di colpa. Per salvare gli altri bisogna prima saper salvare se stessi: in fondo, se voglio dare qualcosa devo prima averla io. Altrimenti, non potrò offrire nulla.
Appassioniamoci alla vita, rallegriamoci e ritroviamo la serenità.
Suoniamo, cuciniamo, cantiamo, balliamo, dipingiamo.
Ridiamo e sorridiamo, anche da soli.
Osserviamo il cielo e corriamo a braccia aperte verso la vita.
Nel mondo reale, però, non nella bolla artificiale di illusione che è stata creata per noi, allo scopo di anestetizzarci.
Questo è il solo e unico atto rivoluzionario da compiere per la salvezza del mondo, oggi.
Difficile? Forse.
Ma assolutamente necessario.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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