Il Messico vanta una struttura sanitaria unica nel suo genere in tutta l’America Latina: l’Ospedale Nazionale Omeopatico.
Il presidio gode di sovvenzioni pubbliche e combina interventi chirurgici di emergenza a consulenze omeopatiche.
L’omeopatia fu introdotta in Messico dai medici spagnoli approdati nel paese intorno alla metà del 1800 e da allora continua ad essere una metodologia di cura molto richiesta e diffusa. Tanto da portare all’attivazione di un centro di cura dedicato, localizzato a Città del Messico, nel quartiere di Obrera.
La medicina alternativa in generale ha un notevole grado di accettazione in tutto il paese, dovuto anche alla tradizione. Non a caso, anche nell’affrontare la pandemia, molti paesi dell’area, come il Brasile, il Venezuela e Cuba, hanno messo in campo rimedi alternativi che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno dato risultati soddisfacenti, soprattutto laddove siano stati tempestivamente somministrati.
L’omeopatia in particolare, più di altri rimedi alternativi, è molto popolare in America Latina perché riceve un sostegno ufficiale.
L’Ospedale Omeopatico Nazionale è statale ed è stato fondato nel 1893, due anni prima che l’allora presidente Porfirio Díaz introducesse per decreto questo metodo di cura nel sistema sanitario. Dapprima istituzione privata, poi entrata a far parte del Ministero della Salute nel 1943, la struttura è attualmente ancora operativa e fornisce consulenze esterne 7 giorni su 7. I servizi medici proposti sono oltre una dozzina, insieme a specialità come chirurgia, ostetricia e medicina interna. Inoltre, l’ospedale dispone anche di una propria farmacia omeopatica.
In Messico è possibile formalmente studiare omeopatia, dal momento che esiste un corso di laurea con licenza professionale, che accredita la capacità di esercitare la professione di omeopata. La Scuola Nazionale di Medicina e Omeopatia è una percorso di studi offerto dall’Istituto Politecnico Nazionale e offre una formazione mista in allopatia e omeopatia. La filosofia della scuola si basa sull’idea che tutte le medicine siano complementari e che la loro efficacia dipenda dalla capacità che ha il soggetto di guarire se stesso.
Il Messico continua, dunque, ad andare controcorrente rispetto a paesi come l’Europa, dove la Spagna ha chiesto alla Commissione Europea di modificare la direttiva sull’uso dei prodotti omeopatici (proposta per il momento respinta) e la Francia ha smesso di rimborsare il pagamento di questo tipo di medicinali.
Anzi, il governo di Città del Messico ha addirittura annunciato di voler dare vita a un Centro Specializzato in Medicina Integrativa, attraverso cui garantire il diritto di ricorrere per scelta alla medicina alternativa per curarsi.
Iniziative coraggiose, queste, se si pensa agli attacchi sempre più aggressivi da parte della comunità scientifica a questo tipo di approccio medico, che viene sempre più liquidato come inefficace se non dannoso, privo di evidenze scientifiche e i cui successi terapeutici vengono classificati come semplice effetto placebo.
Anche in Italia è stata attivata qualche anni fa una struttura analoga convenzionata, non senza altrettante critiche:
Il primo ospedale in Italia di medicina alternativa e integrata
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Articolo di generazionebio.com
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