La nostra società si è basata per decenni sul consumo ed è su questi presupposti che ha preso corpo in ogni ambito la competizione.
Ci sono due realtà, che si accorgono di lavorare alla stessa cosa e iniziano a contendersi il primato. Lo scopo ultimo dell’uno è di liberarsi dell’altro. E viceversa. Tutta l’energia inizia allora ad essere rivolta verso il tentativo di fare andare via il contendente. Lo si scredita e gli si complica la vita.
In questo atteggiamento vi è uno schema ormai superato, che fa parte del vecchio mondo e della vecchia energia. Questo schema impone che vi debbano essere per forza un vincitore e un vinto.
E se invece vincessero entrambi?
Uno non può sminuire il lavoro dell’altro solo perché entrambi fanno la stessa cosa. Questo atteggiamento sottintende la paura della mancanza e di non essere all’altezza. Rappresenta un senso di limitazione.
Si può davvero dare per scontato che due persone non possano avere la stessa cosa?
E se invece insieme potessero unire le energie e quintuplicarle? Il che non significa per forza unire le forze materialmente e unirsi in società, se si tratta di lavoro, ma distogliere lo sguardo dall’altro, riportarlo a sé e tornare a concentrarsi sul proprio intento e sul proprio lavoro e tendere all’eccellenza.
Ognuno porta nel mondo la sua essenza, perciò non ci saranno mai due persone che fanno la stessa cosa, nello stesso modo.
Cavalcare la nuova energia significa essere consapevoli che tutti possono vincere, non uno solo. Che tutti possono essere favoriti, non uno solo.
È un cambio di paradigma potente, ma è necessario adeguarsi, perché solo così il vecchio sarà smantellato nel modo più indolore possibile.
La vecchia energia non si estinguerà facilmente. Ha mura spesse e fazioni ancora opposte che lottano.
Dietro a tutto ciò c’è però un enorme potenziale, che per manifestarsi necessita che ognuno faccia la sua parte. Perseguendo la pace e non la guerra.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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