Un’anziana donna cinese possedeva due grandi recipienti, legati alle estremità di un lungo bastone che trasportava appoggiato al collo.
Uno dei due vasi aveva una fessura, mentre l’altro era integro. Così, alla fine del tragitto dalla sorgente a casa, un recipiente arrivava sempre pieno, mentre l’altro arrivava con la metà dell’acqua.
Il vaso integro era fiero di sé, mentre l’altro si vergognava della sua imperfezione e del fatto di non poter trattenere che la metà della sua reale capienza. Dopo molto tempo, il vaso con la fessura trovò finalmente il coraggio di rivolgersi alla vecchia e di dirle, da un’estremità del bastone:
Mi vergogno di me stesso, perché la mia fessura ti costringe a tornare a casa con meno acqua rispetto a quella che prendi.
La donna sorrise:
Non ti sei accorto che lungo il sentiero ci sono dei fiori, soltanto da un lato? Crescono soltanto da lato dove la tua fessura lascia filtrare l’acqua: ho piantato i semi apposta. Ogni giorno, mentre rientriamo a casa, tu li annaffi.
Da due anni posso così raccogliere dei fiori meravigliosi, che decorano magnificamente la casa e la tavola. Se tu non fossi quello che sei, non potrei godere della bellezza e della gioia che questi fiori mi regalano.
Sono proprio le ferite e le imperfezioni che ciascuno di noi ha dentro di sé che rendono la vita più interessante e degna di essere vissuta.
Bisogna prendere le persone per ciò che sono e imparare a scoprire le loro doti.
Questa è una riflessione dedicata a tutte le persone che si sentono come un vaso rotto e che si dimenticano di annusare il profumo dei fiori che si trovano sul loro cammino.
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Articolo di generazionebio.com
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