Per poter svelare la luce, abbiamo prima bisogno di conoscere l’oscurità.
La prima cosa da fare per domare l’ombra è osservarla. Solo così si impara ad accettare una parte di sé che, apparentemente, non si adatta all’idealizzazione della propria identità. In genere, l’ombra viene soffocata. Questo impedire alla forza vitale di fluire naturalmente.
Si cresce spesso in famiglie che insegnano un modello che tende a sopprimere l’esternazione delle emozioni, guardando alle persone sensibili con una certa avversione.
Eppure, saper osservare, accettare e integrare la propria ombra è il lascia passare per la libertà, quello che salva dalla prigione dell’ego. Il quale, a poco a poco svanisce e permette alla luce di filtrare.
Identificare l’ombra
Facciamo un esempio: qualcuno sui social ti dice che sei __________ (finisci tu la frase con una qualità, un tratto o un comportamento negativi). Tu come reagisci? Ti senti ferito? Oppure offeso?
La maggior parte delle ombre ha un aspetto giudicante.
Utile alla causa è anche chiederti che cosa tendi a giudicare negli altri. Questa domanda aiuta a fare chiarezza: ciò che giudichi è solitamente quello che reprimi dentro di te. Se giudichi una persona disorganizzata, probabilmente stai reprimendo questo tratto di te e ti consideri, al contrario, organizzato.
Qual è la reazione?
Una volta identificata l’ombra, si può ricorrere alla propria esperienza di vita per fare un test. Come reagisci quando l’ombra sale in superficie? Ci sono quattro risposte di base:
- distrazione
- proiezione
- repressione
- accettazione
La distrazione consiste nel fare immediatamente qualcos’altro, per non affrontare la cosa: prendere un gelato, tergiversare, cambiare discorso. La proiezione è quella che ribalta ogni responsabilità sugli altri. Se, ad esempio, tendi a pensare che gli altri ti mettano a disagio, probabilmente la tensione che provi in presenza di altri riflette in realtà la percezione che hai di te stesso. Probabilmente, hai una bassa autostima.
La repressione ha a che vedere con l’identificazione dell’ombra con qualcosa di cattivo, da sminuire o da ignorare, come se non esistesse. Accettare è permettere a quel tratto di esserci, osservarlo e/o esprimerlo.
Osservare e/o esprimere
La maniera più sana per reagire all’ombra, si intuisce facilmente, è osservarla e/o esprimerla. Vuoi trasferirti in una casa nuova, ma non hai abbastanza denaro? Ecco che appaiono le ombre dell’avversione per coloro che chiedono in prestito denaro agli amici. Perché non corrispondono all’immagine di persone indipendenti.
L’ombra odia essere osservata, perché in questo modo non può restare. Quando si porta l’attenzione su di lei, la tensione scompare.
Un altro modo per domare è l’ombra è esprimerla. Ad esempio, chiedendo denaro in prestito a un amico.
Annotare i risultati
Quando l’ombra inizia ad essere integrata, la percezione cambia. Spesso, si ha la sensazione che la forza vitale ritorni. Inoltre, con il tempo, quando l’ombra traspare – qualsiasi essa sia – viene riconosciuta sempre più rapidamente e accettata nella propria esperienza di vita come neutrale, senza più alcun giudizio.
Gentilezza
L’ombra si nutre delle paure. In particolare, della paura del giudizio. Amore ed empatia sono un ottimo antidoto per placare la paura. Quindi, quando l’ombra emerge, è necessario provare gentilezza verso se stessi. Rilasciando in modo consapevole tutti i giudizi su se stessi e sugli altri.
Imparare il linguaggio dell’ombra
Imparare a osservare i propri pensieri, le proprie emozioni e tutte le sfaccettature della propria ombra consente di impararne il linguaggio. In questo modo, si riesce a vederla subito, a comprenderla, a comunicare con lei e ad integrarla.
Il nostro aspetto ombra è necessario perché ogni esperienza ha delle lezioni che ci possono riportare alla nostra vera natura. Occorre imparare ad accettare tutto di noi, anche quelle parti che erroneamente pensiamo non siano buone. Solo così possiamo raggiungere l’equilibrio.
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Articolo di generazionebio.com
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