Tutti coloro che considerano la scienza con un atteggiamento di reverenza quasi religiosa potrebbero sorprendersi nello scoprire che fisica e misticismo hanno moltissimo in comune.
Così come i fisici cercano di comprendere le origini e il funzionamento dell’universo, così fa la tradizione mistica ebraica.
I mistici ebrei del Medioevo descrissero la creazione dell’universo in termini che corrispondono ai fenomeni che anche gli scienziati descrivono. In particolare quando si parla di Big Bang e di buchi neri.
Se soltanto questi due punti di vista si integrassero, sarebbe più semplice avere un quadro generale. Del resto, sia la scienza che il misticismo hanno come scopo quello di cogliere l’unità sottostante di tutta la realtà.
Luce e oscurità
La teoria scientifica prevalente sulle origini dell’universo postula che tutto abbia avuto inizio con un Big Bang. Successivamente, la temperatura circostante era di circa 5,5 miliardi di gradi Celsius e una vasta gamma di particelle fondamentali come neutroni, elettroni e protoni nuotava in una zuppa primordiale, oscura e invisibile. Non c’era luce. Gli elettroni liberi avrebbero causato la dispersione della luce (fotoni) nel modo in cui la luce solare si diffonde dalle goccioline di acqua delle nuvole. Ma nel corso di migliaia di anni, quando la temperatura si è raffreddata, gli elettroni liberi si sono uniti ai nuclei, creando atomi neutri. E’ stato questo processo a permettere alla luce di risplendere. In altre parole, all’inizio tutto era oscuro. Poi, dopo molto, molto tempo, è arrivata la luce. Questo sembra abbastanza simile a ciò che si legge nella Bibbia. Il nero è un colore molto importante nel misticismo ebraico, poiché in esso sono contenute tutte le altre tonalità ed è da lì che emerge la vita. Nello Zohar, l’esistenza è rappresentata da un albero della vita, dove ogni ramo esprime diverse caratteristiche e dimensioni della realtà, rappresentate da diversi colori. La dimensione suprema, Keter (corona) è nera.
L’infinito
Tutta l’esistenza, secondo il misticismo ebraico, è iniziata con un’esplosione da un punto che si moltiplica continuamente. Si evidenzia allora una netta relazione tra la teoria contemporanea del Big Bang e la nozione cabalistica secondo cui l’universo è scaturito da un unico punto, che in termini mistici è la luce illimitata, o Infinito, noto come Ein Sof. In ebraico, Ein Sof significa letteralmente “senza fine”. Quindi, il divino – o Dio – è solo un’altra rappresentazione dell’Infinito. La Kabbalah studia le manifestazioni dell’Infinito e, come i fisici, va alla ricerca di un unico principio, quella cosiddetta teoria unificata del tutto che spieghi la vita. La luce che emerge dall’oscurità ha una valenza sia fisica che simbolica. Anche le nozioni più astratte sono in grado di spiegare il mondo materiale.
I portali
La nozione di oscurità che contiene la luce descritta nel misticismo coinvolge anche i buchi neri, quei luoghi nello spazio in cui l’attrazione della gravità è fortissima. Questa attrazione è così elevata perché la materia è compressa in uno spazio minuscolo. Gli scienziati ritengono che all’inizio dell’universo si siano formati anche piccoli buchi neri, che non si vedono a occhio nudo, ma di cui si conosce l’esistenza grazie all’effetto che esercitano sulle stelle in orbita vicino a loro. Anche nel misticismo i buchi rappresentano un concetto importante, in quanto portali dal dominio del bene a quello del male. Essi fanno parte dell’Infinito, quindi non sono puramente cattivi. Sono e basta. Allo stesso modo, i buchi neri assorbono materia, energia e informazioni dall’Universo. Alcuni modelli cosmologici ipotizzano che i buchi neri possano essere dei portali per universi paralleli, cosa analoga al concetto dei buchi come ingresso “dall’altra parte”.
La teoria del tutto
Sebbene i cabalisti non avessero, un tempo, né gli strumenti per rilevare i buchi neri, né i modelli matematici che hanno consentito ai fisici di concludere che l’universo sia iniziato con un’esplosione, la loro comprensione della cosmologia manifesta dei sorprendenti parallelismi con le scoperte attuali dei fisici. Gli scienziati stanno scoprendo – come già prima di loro affermava i mistici, che tutta l’esistenza è emersa da una cosa che si è moltiplicata e che continua a farlo, in un infinito atto di creazione che è l’universo. Questo è vario e caotico, ma manifesta una certa continuità e costanza nel suo modo di funzionare.
Se gli studiosi di scienze umane e gli scienziati naturali iniziassero a dialogare in modo più costante, sarebbe un vantaggio per tutti. Purtroppo, la scienza prende ancora molto le distanze dalla spiritualità. Alcune anime coraggiose stanno però iniziando a imbastire un nuovo modo di fare scienza, esplorando l’intersezione possibile con il misticismo, al solo scopo di spiegare meglio i misteri dell’universo. Se è vero che le due prospettive sono distinte, è anche logico pensare che non debbano per forza procedere divise.
Tutto è interconnesso, come sostengono i mistici. Una visione che, ad esempio, potrebbe risultare utile nel nostro ambiente attuale per sensibilizzare le persone al fatto che tutto è correlato a tutto il resto e che non esiste alcuna separazione.
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Articolo di generazionebio.com
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