Capita di chiedersi come mai in un dato momento si abbia più voglia di cibo salato e in un altro momento si brami qualcosa di dolce. Ci sono poi altri momenti in cui si ha più voglia di pizza, di hamburger o di patatine fritte.
Quello che desideriamo mangiare, oltre a rivelare spesso alcune carenze nutrizionali, esprime spesso anche i bisogni più profondi della nostra anima. La fame non manifesta solo una necessità fisiologica, ma anche psicologica.
E’ proprio questo fatto a stimolare la dipendenza da cibo, uno dei disturbi maggiormente in crescita negli ultimi decenni.
Voglia di dolce
Il desiderio implacabile di consumare cibo dolce è il segno di una profonda instabilità emotiva. Le persone tendono a ricorrere ai dolci per lenire delle mancanze e per consolarsi. Come se una merendina o una fetta di torta potessero aiutare a migliorare una giornata difficile. Non a caso, nei periodi di forte stress succede di fare incetta al supermercato di caramelle, merendine o cioccolato.
Questo accade a causa di una inconsapevole resistenza a sperimentare completamente ciò che si sta provando, di qualsiasi disagio si tratti. Mangiare dolciumi diventa una sorta di rifugio, perché consente di godersi nuovamente la dolcezza della vita. Chiaramente questa abitudine non è affatto sana. Se questo bisogno viene colmato artificialmente, i suoi effetti durano poco. E’ come mettere una benda su una ferita molto profonda. Questo atteggiamento nasconde un problema ben più profondo: l’incapacità di affrontare, sperimentare, accettare e accogliere pienamente emozioni come la rabbia, il tradimento, l’amarezza e il dolore, sostituendoli con uno strato superficiale di piacere effimero.
Come superare la voglia di dolce
Occorre esplorare dei modi alternativi di affrontare le emozioni, con onestà e apertura verso se stessi. Praticando meditazione, mindfulness o ricorrendo ad alcune tecniche di guarigione energetica è possibile fare questo. L’accettazione di sé e la non resistenza rappresentano certamente degli atteggiamenti utili a sperimentare totalmente le proprie emozioni, guarendo sia le ferite profonde che il bisogno di rimarginarle con del cibo.
Voglia di salato
Le persone che ricercano costantemente cibo salato in genere desiderano stabilità e avere tutto sotto controllo. Questa conclusione deriva dal fatto che il sale è un elemento fondamentale, presente nella terra, nell’oceano, nella pioggia e nel nostro corpo. Il sale controlla ed equilibra anche la nostra pressione sanguigna, i fluidi corporei e le funzioni nervosa e muscolare.
La voglia di salato esprime una mania ossessiva per il controllo e l’odio per le incertezze, lo squilibrio e l’instabilità.
Come superare la voglia di salato
E’ necessario imparare a sviluppare la fiducia nel processo della vita, anche quando questa sembra particolarmente dura. Per farlo, è necessario allentare la stretta sull’esistenza, consapevoli che tutto è imprevedibile, che il cambiamento è inevitabile e talvolta anche la sofferenza. Anche in questo caso, di enorme aiuto sarà sviluppare accettazione e non resistenza. Sono poche le cose che si possono realmente controllare e avere un atteggiamento più umile e realistico in questo senso aiuterà a sentirsi radicati anche senza abbuffarsi di cibo salato.
Voglia di cibi grassi
Secondo molte tradizioni, il fegato si può considerare la sede del nostro potere interiore e delle nostre emozioni. Il plesso solare si trova nello stesso punto del fegato ed è il chakra connesso con i sentimenti correlati alla perdita del potere personale (ansia, amarezza, gelosia, ecc.)
Il fegato è anche l’organo che elabora tutto il grasso che consumiamo. Chi ha costante desiderio di mangiare cibi grassi desidera quindi essenzialmente esercitare il proprio potere interiore, ma spesso soffre così di bassa autostima e non riesce a farlo.
Come superare la voglia di cibi grassi
E’ necessario imparare ad apprezzare se stessi e comprendere il proprio valore. Soltanto in quel momento sarà possibile rivendicare il proprio potere personale. Quando non si fa altro che desiderare pizza, hamburger e patatine fritte, significa che bisogna trovare un modo per entrare in contatto con la proprio innata forza interiore.
In conclusione
Spesso si banalizza la dipendenza da cibo, tacciandola come avidità e gola. Dietro c’è ben altro: desiderio profondo di autenticità, felicità e integrità Anche chi non si abbuffa può comunque soffrire di dipendenza da cibo. Ogni volta che si sente una voglia di un cibo particolare sopraggiungere, vale dunque la pena chiedersi:
Di cosa ho davvero bisogno?
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Articolo di generazionebio.com
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