Il microbioma ha un’influenza profonda su molti sistemi del nostro corpo. La maggior parte dell’attenzione viene posta sui benefici dei probiotici sulla salute dell’intestino, ma uno studio pubblicato qualche mese fa sulla rivista Microbiome suggerisce che gli alimenti fermentati possono contribuire a influenzare moltissimo anche l’umore e il comportamento.
Il kefir e l’asse intestino-cervello
Nello studio citato i ricercatori si sono proposti di indagare se il kefir di latte sia in grado di influenzare il comportamento e lo stato emotivo di alcuni topi di laboratorio. Questi sono stati separati in tre gruppi, alcuni alimentati con kefir di latte fermentato e altri no. Tra le altre cose, sono state misurate la funzione immunitaria sistemica e i livelli di serotonina intestinale.
Il risultato ha rivelato che i gruppi nutriti con kefir fermentato erano meno stressati e mostravano una frequenza inferiore di comportamenti ripetitivi correlati allo stress. Anche i test di memoria hanno dato risultati migliori in condizioni di paura e si sono viste aumentare le cellule immunitarie. Inoltre, la composizione e la capacità funzionale del microbiota di produrre GABA è aumentata, grazie al probiotico lactobacillus reuteri.
Lo studio ha evidenziato come il kefir sia in grado di modulare il comportamento del topo tramite l’asse microbiota-intestino-sistema immunitario-cervello. Per questa ragione il kefir può avvalersi della definizione di psicobiotico.
Il ruolo del nervo vago
Il nervo vago collega direttamente l’intestino al cervello. Si tratta di un percorso bidirezionale: ciò significa che quello che accade nel cervello influenza l’intestino e viceversa.
Una volta stabilito questo, si può allora sfruttare questo collegamento per migliorare la nostra salute.
I batteri benefici nell’intestino (probiotici) possono influenzare lo stato emotivo e mentale in vari modi. Il microbiota intestinale può, ad esempio, influenzare la sintesi dei neurotrasmettitori, tra cui l’acido gamma-aminobutirrico (GABA), serotonina, catecolamine e acetilcolina. I quali hanno un effetto diretto sulla funzione cerebrale e influenzano l’umore e il comportamento.
I probiotici influenzano anche l’inibizione della crescita eccessiva di organismi patogeni nell’intestino, che concorrono alla produzione di sostanze che hanno un effetto negativo sull’umore, compre le molecole pro-infiammatorie.
Lattobacilli e bifidobatteri costituiscono la maggior parte dei batteri nell’intestino e queste specie possono avere un profondo effetto sull’infiammazione e sull’attività del sistema immunitario, con effetti a catena sulla funzione cerebrale e sull’umore.
Viceversa, l’umore può influenzare il sistema gastrointestinale, sempre tramite il nervo vago. Uno stress prolungato e grave può avere un effetto estremamente dannoso sulla salute dell’intestino, creando una sorta di circolo vizioso.
L’azione degli psicobiotici
Il lactobacillus helveticus R0052 e il Bifidobacterium longum R0175 sono i due migliori psicobiotici finora studiati. Questi batteri supportano il sistema di risposta allo stress del corpo e la funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, andando a ridurre i livelli di cortisolo, migliorando così l’umore e alleviando gli stati di ansia.
Questi batteri sono inoltre in grado di ridurre una varietà di marker infiammatori e influenzano i livelli di triptofano e serotonina. Migliorano quindi l’ansia, la qualità del sonno e persino sintomi della depressione come il non provare piacere per le attività quotidiane.
L’uso di questi probiotici viene anche associato alla riduzione del dolore addominale, che spesso deriva dai livelli di lipopolisaccaridi, spesso alla base delle malattie metaboliche e dell’infiammazione cronica di basso grado.
Anche l’uso a breve termine del Lactobacillus gasseri CP2305 ha dimostrato di migliorare i sintomi associati allo stress e quelli clinici correlati alla sindrome dell’intestino irritabile.
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Articolo di generazionebio.com
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