A tutti capita di arrabbiarsi e di diventare vittime, anche per un breve istante, dell’ira più funesta. La rabbia è un’emozione umana e, come tale, non si dovrebbe reprimere. Per vivere felici è però importante imparare a gestirla e incanalarla, in modo da non soccombere.
Perché sopprimere la rabbia è una pessima idea
Quante volte è successo di dire a denti stretti
va tutto bene
quando in realtà sentiamo un fuoco bruciare dentro? Purtroppo questo comportamento non fa che amplificare l’emozione, anziché scioglierla. Chi nasconde le proprie emozioni tende a esserne più a lungo dominato. Basta provare a trattenere le lacrime: non viene più voglia di piangere?
Se tentiamo di reprimere la rabbia, dentro in realtà scoppia un uragano. A livello energetico, poi, continuiamo a vibrare sulle frequenze di questa emozione, anche se non la rendiamo manifesta. Di conseguenza, gli interlocutori la continueranno a percepire anche se non in modo consapevole.
Non bisogna nemmeno dare sfogo alla rabbia
Se non bisogna reprimerla, la rabbia non va nemmeno fatta esplodere con sfoghi incontrollati. Anche questo atteggiamento la intensifica. Inoltre, spesso questi sfoghi vengono scatenati su un interlocutore, con il rischio di rovinare un rapporto e una situazione inutilmente. La cosa più efficace da fare, quando ci distraiamo, è distrarsi.
La distrazione come antidoto per la rabbia
Le risorse energetiche del cervello sono limitate: rivolgere l’attenzione ad altro impedirà di concentrarsi in modo ossessivo sulla situazione spiacevole che ha generato la nostra rabbia.
Molti avranno sentito parlare del test dove ad ogni bambino è stato consegnato un pezzo di marsh mallow e lasciato solo nella stanza, con la promessa di averne due se avesse resistito a mangiare quello che già avevo. I bambini che sono stati in grado di trattenersi hanno poi dimostrato di ottenere in futuro dei risultati migliori nella loro carriera scolastica e lavorativa, oltre a non avere mai alcun problema con la legge.
Ciò che non è stato però detto è in che modo i bambini siano riusciti a controllarsi: erano distratti. Lo ha rivelato Walter Michel, autore dello studio. I bambini avevano semplicemente trovato qualcosa da fare: cantare, tapparsi le orecchie, picchiettare sul tavolo con le dita o ricorrendo a qualunque cosa presente nella stanza. In questo modo è stata tradita l’attesa.
Questa tecnica funziona anche con tecniche molto forti come la rabbia.
Rivalutazione
Quando ci troviamo a discutere con qualcuno e questa persona urla e ci istiga a rispondere allo stesso modo, fermiamoci e facciamoci qualche domanda.
Se sapessimo che questa persona avesse perso la madre da poco, se stesse attraversando una separazione difficile o qualsiasi circostanza dolorosa nella sua vita, la nostra reazione sarebbe diversa?
Probabilmente sì: non prenderemmo la cosa sul personale.
Cosa cambia, dunque? Nulla, tranne il retroscena narrato, il quale a sua volta cambia la prospettiva sulla situazione.
La cosa migliore, dunque, è imparare a distaccarsi. Distrarre la mente dall’impulso di reagire e dire a se stessi “non ho nulla a che vedere con questo, sta solo passando una brutta giornata e ha incontrato me sulla sua strada”.
Non appena la percezione della situazione cambia, anche le emozioni modulate dal cervella mutano in relazione ad essa.
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Articolo di generazionebio.com
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