Sempre più persone si lamentano di essere diventate prede dell’apatia. Una improvvisa incapacità di provare sentimenti, che crollano sotto il peso di una totale indifferenza, che può sfiorare i più disparati ambiti della vita. Spesso si traduce anche in noia profonda e in una percezione di insensatezza della vita.
In genere è la routine che trascina in questo vortice, dove la stanchezza regna e tutto perde di colore.
L’apatia avvolge come un abito grigio e informe e, silenziosamente, ci mette all’angolo, usando tutto il suo potere su di noi.
Blocco dei sentimenti
Talvolta le emozioni tossiche eccessive possono essere così intollerabili che, come forma di difesa, si finisce per attutirle, spegnerle, congelarle. E’ un po’ come sottoporsi ad anestesia: così facendo, il dolore sparisce, lasciando spazio a un leggero fastidio sullo sfondo. Ma quando si sopprime qualcosa, non c’è selezione: questo coinvolge anche le emozioni come la gioia e il piacere di vivere. L’energia vitale viene meno e si entra in uno stato di intorpidimento e di pigrizia. Nella sua forma più acuta, questa condizione arriva persino a ostacolare la capacità di lavorare. Concentrazione e forza fisica vengono meno e la mente entra in uno stato di insensibilità, dove non c’è più spazio per alcuna emozione.
Queste condizioni, talvolta, non sono evidenti, ma creano uno sfondo fangoso che si trascina per anni e risucchia ogni forza. Si finisce per non riuscire più a gioire per un successo ottenuto, né a divertirsi. La vita viene vista come qualcosa di artificiale, priva di colori, profumi e gusti.
C’è anche un altro aspetto di questa situazione: spesso l’apatia è così pronunciata che non si riesce più a riconoscere i sentimenti. Le persone riferiscono di non sapere come si sentono. E’ come se ci fosse qualcosa che cerca di uscire, che sale su fino alla gola, ma che si blocca nel petto. Non ha un nome, non ha una forma. Non si riesce più a fare distinzione tra tristezza o gioia. E’ come se tutto fosse confuso e nebbioso.
Alcuni casi, forse più rari, comprendono l’incapacità di riconoscere la sensazione del momento. Pertanto, una persona che sta urlando e mostrando chiaramente di essere infuriata, non sarà nemmeno capace di comprendere il suo momento di rabbia e lo negherà, dicendo “non sono affatto arrabbiato, cosa stai dicendo?!”.
Insomma, qualunque sia la sfumatura vissuta, l’apatia rende la vita vuota. A risentirne sono anche le relazioni interpersonali, che diventano meccaniche e formali, prive di qualsiasi coinvolgimento.
Cosa fare per superare l’apatia
La vita merita di essere vissuta, non subita. Per questo motivo è importante riconoscere di essere in un momento di stasi e, prima che la situazione diventi patologica, intervenire per invertire la rotta.
Questo si può fare anzitutto chiedendo aiuto, perché spesso è necessario in input esterno per ritrovare il gusto della vita. Attraverso questo aiuto, sarà indispensabile compiere alcuni passi fondamentali per rimettersi in movimento con gioia.
Risalire alla causa dell’apatia
L’apatia si può in qualche modo considerare un’attitudine. E’ importante, allora, guardare a se stessi e alle proprie vicende personali da una prospettiva differente dal solito. Generalmente è importante imparare a provare verso se stessi compassione e comprensione, oltre che praticare il perdono. Qualsiasi messaggio negativo che arrivi dal passato va lasciato alle proprie spalle.
Passare da un atteggiamento passivo a uno votato alla risoluzione attiva del problema
Per uscire dal torpore è importante mettersi in movimento e passare all’azione. Per fare questo, può essere utile fare una lista delle cose che proprio non ci piacciono a cui siamo costretti e cercare di dedicare loro sempre meno tempo. Dall’altra parte, si stila un elenco delle cose che potrebbero migliorare la situazione.
Rompere la routine con qualcosa di nuovo
Per fare questo bastano cose semplici come, ad esempio, iniziare una conversazione con uno sconosciuto, oppure cambiare regime di allenamento, ma anche tragitto per andare al lavoro o dieta. Molto utile anche organizzare un viaggio o una breve gita, passeggiare nella natura, cucinare un piatto nuovo. Qualsiasi cosa che possa riaccendere la scintilla è il benvenuto.
Ricordarsi dei momenti felici
Tutti abbiamo avuto degli hobby che abbiamo abbandonato per mancanza di tempo. Perché non andarli a recuperare? E’ possibile che il piacere provato nel cimentarsi di nuovo in una vecchia passione possa influenzare positivamente tutto il resto.
Fissare un obiettivo
Tenendo presenti il proprio valore, la propria attitudine e le preferenze personali, scegliere un obiettivo da perseguire che possa suscitare interesse sarà sicuramente un enorme nutrimento per la gioia di vivere. Affinché funzioni, meglio scegliere qualcosa che sia alla portata e non una meta inarrivabile.
… e come raccomanda la psicologa Anne Ancelin Schützenberger nel suo libro “Il Piacere di Vivere” ricordiamoci sempre – e questo vale per tutti – di fare ogni giorno almeno 4 cose che ci piacciono e ci diano gusto. Oltre a recuperare la gioia della vita, ne guadagnerà anche la salute.
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Articolo di generazionebio.com
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