L’uso della mascherina ha messo in evidenza un problema pregresso: molti di noi non respirano correttamente. Perciò è stato sufficiente aggiungere un piccolo ostacolo per subirne gli immediati effetti collaterali.
Si tratta in definitiva di un piccolo ausilio, in grado però di ridurre la capacità di ossigenazione e di rendere più difficile compiere un atto naturale come respirare.
Come spesso sottolineato da molti, l’uso della mascherina aumenta la saturazione locale di anidride carbonica e diminuisce l’apporto di ossigeno al sistema.
Il punto non è discutere dell’opportunità o meno di indossare questo dispositivo. La realtà dei fatti è che ci sono persone che lavorano a contatto con il pubblico e che si trovano nella posizione di non poter scegliere e di dover usare la mascherina per diverse ore di fila, obbligatoriamente.
Se è vero che vi possono essere delle controindicazioni, vale la pena allora imparare a farvi fronte per attutirle quanto più possibile.
A tutti gli effetti, quando la mascherina viene portata a lungo, l’apparato muscolare respiratorio inizia ad accusare stress: non solo il diaframma, ma anche la muscolatura accessoria può patirne.
Un ruolo importante è giocato anche dalla percezione individuale. All’interno della mascherina si formano calore e umidità. Il viso è fortemente innervato e qualsiasi variazione sarà avvertita in modo più accentuato, poiché i nervi facciali sono particolarmente sensibili. A cascata, poi, si generano dei riflessi, stimolati dal collegamento tra questi nervi e i visceri.
Ciò che si sottovaluta è che il nostro stato di forma contribuisce non poco alla nostra capacità di adattarci all’utilizzo prolungato della mascherina. La tolleranza stessa all’anidride carbonica sarà ridotta, mentre sarà più elevata la reattività alla variazione del pH sanguigno, che tende ad acidificarsi.
Se la nostra condizione di base è caratterizzata da un forte stress, possono verificarsi due effetti: da un lato, subentreranno ansia e rabbia se l’individuo è particolarmente reattivo; dall’altro, una bassa reattività del sistema genererà uno stato di sfinimento e di tristezza. In entrambi i casi, ci si trova in stato di prevalente simpaticotonia.
Imparare a respirare bene è una delle chiavi per passare da uno stato di stress a uno di equilibrio, a prescindere dall’obbligo di utilizzare questo presidio. Saper bilanciare il sistema è la condizione di base per ottenere una migliore reazione ai fattori ambientali esterni, per raggiungere uno stato di maggiore ottimismo e una vitalità e resilienza superiori. Con una conseguente più forte capacità di adattamento alle circostanze esterne.
Ma ancora prima di occuparsi della respirazione, è necessario allenare il sistema cardiovascolare, praticando attività fisica.
La maggior parte delle persone si trova in uno stato di forma carente e ha la tendenza a compiere dei respiri molto veloci. Questo fa sì che le aree del polmone che normalmente stoccano l’aria, per recuperare ossigeno secondo necessità, ne contengano molta di meno rispetto alla loro capacità.
Anche l’alimentazione gioca un ruolo chiave, insieme a una corretta integrazione, laddove sia necessaria. Queste strategie, insieme all’osservazione dei bioritmi corporei, aiutano a prevenire le reazioni a cascata che lo stress induce.
Chi indossa la mascherina per 6-8 ore di fila e magari deve anche contemporaneamente parlare molto, lamenta una sensazione simile a quella dei postumi della sbornia, oltre che stanchezza, capogiri e mal di testa. E’ normale, perché il sangue tende ad acidificarsi. Sarà bene allora osservare alcuni accorgimenti.
Bere acqua e limone la mattina
Questa bevanda aiuta a basificare il pH e apporta anche ulteriori vantaggi grazie alla presenza di vitamina C e acido citrico. E’ meglio assumerla con una cannuccia, per non danneggiare i denti e, se si soffre di gastrite, optare per una versione più delicata, aggiungendo a un bicchiere di acqua non più di 4-5 gocce di succo di limone.
Bere durante la giornata
Con la mascherina si tende a bere di meno nell’arco della giornata, perché il gesto risulta meno spontaneo. Ricordarsi di farlo spesso e optare per acque ad elevato pH, che in genere contengono minerali utili a fornire substrati alcalinizzanti al sistema.
Consumare alimenti vegetali e integrali
E’ utilissimo aumentare l’apporto di cibi integrali e vegetali, oltre che di frutta come i kiwi o i frutti di bosco, che forniscono un apporto di zuccheri accettabile. Non dimenticare la frutta secca , che apporterà ulteriori benefici con i suoi minerali. Evitare gli alimenti raffinati il più possibile. Per chi non ha tempo, importante aggiungere alla dieta dei sali minerali (magnesio, potassio, sodio, ecc).
Esercizi di respirazione
Osservate le suddette strategie di base, si può passare a degli adeguati esercizi che siano in grado di aumentare l’efficacia respiratoria. Ci sono diverse possibilità:
- respirazione yogica completa
- esercizi mirati di coerenza cardiaca (con l’ausilio, possibilmente del dispositivo UltraBreathe, che allena la muscolatura respiratoria)
- respirazione 5-2-5
Quest’ultima è una tecnica semplice, che si esegue inspirando per 5 secondi, trattenendo il fiato per 2 secondi e buttando fuori l’aria per altri 5 secondi. Il per la durata di 5 minuti per ogni sessione. Naturalmente non va eseguita mentre si indossa la mascherina, ma negli intervalli in cui è possibile sfilarla: contribuirà al rafforzamento della resistenza e della capacità respiratoria.
Apparentemente, sembrerebbe solo una questione di respirazione ma, al contrario, per mantenere il sistema forte e in equilibrio, è necessario osservare anche delle strategie sportive e alimentari adeguate. Solo così si previene lo stress che ricadrebbe comunque su altri sistemi, oltre a quello respiratorio, che in genere intervengono per tamponare una situazione straordinaria per il corpo come può essere l’uso della mascherina.
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Articolo di generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
consigli nutrizionali: Dr. Lorenzo Bergami
Foto di Freepik
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