Nel momento in cui innalziamo la nostra frequenza e liberiamo il nostro organismo, inteso come unità di corpo-mente-spirito, dalle tossine della nostra mente, nasciamo a nuova vita.
Acquisiamo un paio di occhi nuovi con il ricordo di quelli di ieri.
Ciò significa che il passato non è più concepito come un fardello dal quale liberarsi ma un bagaglio di risorse utili ad affrontare la vita con dignità e consapevolezza.
Il nostro modo di guardare cambia. Non guardiamo più con gli occhi della mente.
Non siamo più soggiogati dagli istinti delle nostre viscere.
Contemplando questa nuova visione del mondo il nostro cuore torna ad acquisire la sua forza propulsiva. Il suo coraggio fa da guida.
Coraggio che sentiamo espandersi in tutte le nostre cellule. Perché, la via del cuore, coincide con la nostra missione di vita: la vetta più alta della nostra identità.
La nostra missione si trova quindi al di sopra del nostro “io” e ha a che fare con la via del cuore.
Quella via che, se la percorriamo, ci fa sentire a nostro agio.
La via del cuore smuove la conoscenza. E conoscenza significa anche integrità.
La propria visione del mondo che si dirige verso la nostra missione, è la nostra casa. E la nostra fede.
Anche le emozioni smettono di farci paura, perché abbiamo compreso che di per sé, non sono né buone né cattive.
Così come il pendolo oscilla, facendo un movimento uguale e contrario, noi saremo in grado di assecondare le nostre emozioni e trasmutare la paura in coraggio.
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Articolo di Francesca Giaracuni per generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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