L’atto di cucinare può essere affiancato alla pratica della meditazione. Per ottenere dei buoni risultati, l’ideale è farlo restando presenti a ciò che si fa e ricorrendo al migliore degli intenti.
Quando si cucina con amore, il risultato sarà certamente più soddisfacente e più ghiotto.
Per questo si sconsiglia di mettersi ai fornelli quando si è di cattivo umore, quando si è arrabbiati con la persona per cui si sta cucinando o quando si è molto stanchi. Le vibrazioni che si emettono in queste circostanze potrebbero contaminare in modo negativo i cibi. Non significa che questi non siano più commestibili, ma che probabilmente mancheranno di quel tocco di gusto che può fare la differenza tra un bravo chef e uno chef mediocre.
Immaginate un cuoco che cucina per un ristorante e che lo faccia in preda all’astio e senza il minimo di trasporto per ciò che sta facendo, o con insofferenza per i commensali che stanno per essere serviti! Come potrà arrivare il cibo nei piatti? Non certo nel pieno della sua purezza, gusto e proprietà nutritiva.
Cucinare è una vera e propria arte. Questo non significa che chi non abbia abilità culinarie praticamente spiccate non possa cucinare. Basterà preparare piatti semplici, purché lo si faccia con gioia.
Nella saggezza popolare, si tramandava l’usanza di parlare al cibo, mentre veniva cucinato.
Ci sono delle formule che si possono pronunciare o anche solo pensare, mentre si impastano gli ingredienti per una torta, mentre si mescola un risotto o si prepara lo stufato.
Cucino con un sorriso e mi concentro sul bene. Appena il cibo sarà pronto, la fortuna bacerà questa casa e mentre lo consumeremo saremo avvolti dalla serenità
Prima di iniziare, si consiglia di mettere sul tavolo tutti gli ingredienti per il piatto che si desidera cucinare e di immaginare poi, mentre li si assembla nel modo suggerito dalla ricetta, che la stessa amalgama rappresenti l’unione famigliare, la solidità dei legami di chi consumerà il cibo e della felicità e del nutrimento che li avvolgerà.
Quando i piatti vengono serviti, poi, immaginiamo che l’aroma che si è diffuso in casa rappresenti la serenità dei commensali, che consumando il cibo si dimenticheranno ogni preoccupazione e si illumineranno di un sorriso.
Qualsiasi cosa si faccia, è importante che alla base vi sia un’intenzione pura e sincera. Che ogni azione sia mossa da uno spirito positivo.
Cucinare è un atto d’amore per il partner, per i figli o per gli amici che si invitano a cena. Ma anche per se stessi, perché no? Non importa cosa si prepara, ma il come. Se l’intento è questo, tutto sarà più buono e soddisfacente, persino una banale pasta in bianco.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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