I polmoni sono i principali organi coinvolti nella respirazione. E’ in quella sede che avviene lo scambio di gas tra l’aria e il sangue.
Essi si trovano su entrambi i lati del torace e sono separati l’uno dall’altro dal cuore; sono chiusi dalla gabbia toracica e dal diaframma, il principale muscolo della respirazione. A proteggerli e ammortizzarli c’è la pleura.
La funzione dei polmoni è quella di fornire ossigeno nel corpo attraverso l’inalazione e rimuovere l’anidride carbonica attraverso l’espirazione.
Questi organi, pertanto, sono fondamentali, perché inviano carburante alle cellule.
Lo studio della decodifica biologica dei sintomi offre una visione delle malattie come soluzioni perfette, messe in atto dalla Natura per garantire la nostra sopravvivenza. Il tutto proiettando sul corpo uno stress psichico molto intenso e duraturo, a cui il cervello non è in grado da solo di fare fronte.
I polmoni si ammalano quando un individuo sperimenta uno o tutti i seguenti conflitti biologici.
Paura di morire
I polmoni hanno una relazione diretta con la vita e con la voglia di vivere. Quando questo aspetto è disturbato, può instaurarsi la malattia.
Gli alveoli polmonari, in particolare, si indeboliscono quando un individuo viene travolto dalla paura di morire o di vedere qualcun altro soffrire.
La paura di morire può sopraggiungere a causa di una situazione pericolosa vissuta: un incidente, un’emergenza medica, una diagnosi nefasta. Quest’ultima, detto anche shock diagnostico, è tra le più frequenti. Una diagnosi di cancro può giungere come una condanna a morte e andare a indebolire improvvisamente anche i polmoni.
Questa paura può coinvolgere sia la propria vita che quella di altri: un membro della famiglia o un amico carissimo, ad esempio.
Conflitto di isolamento
Attraverso l’azione dei polmoni, la vita circola nel sistema. I polmoni rappresentano i filtri dell’aria del corpo, attraverso i quali si inala la vita e la si restituisce all’universo, fungendo da continuo interscambio con l’esterno, quindi con l’altro in senso generale. Se la comunicazione con l’esterno viene meno per qualche motivo, possono allora insorgere la paura di soffocare, la sensazione di essere stretti e di non avere abbastanza aria, così come l’ansia da spazio vitale limitato e il timore di rimanere da soli.
Conflitto di territorio
La percezione di una minaccia all’interno del proprio territorio, la paura per la propria sicurezza va a colpire la mucosa bronchiale.
Il territorio può essere rappresentato dalla casa, dal posto di lavoro ma anche, in modo più esteso dal paese o dalla nazione in cui si vive.
Pandemia influenzale
Essendo i polmoni l’espressione di questi tre conflitti, si intuisce come l’arrivo improvviso di una minaccia di pandemia influenzale sul territorio possa aggravare la situazione contingente, poiché amplia i conflitti stessi, nessuno escluso. Nelle persone più deboli può scattare contemporaneamente la sensazione che manchino la sicurezza e la protezione sul territorio, la paura di morire e, a seguire, quella di soffocare nella propria condizione di isolamento. Lo stesso vale per il congiunto o per le persone vicine a qualcuno che si dovesse ammalare.
Ecco perché, sulla base di queste considerazioni, che non derivano da elucubrazioni, ma da una approfondita decodifica biologica dei sintomi, chi si occupa di comunicazione – medici in primis quando va data una diagnosi, ma anche giornalisti, in caso di potenziale pandemia – dovrebbe essere consapevole del suo ruolo delicato nel convogliare informazioni, dati e statistiche al pubblico e ai pazienti, optando per una maggiore cautela e toni più pacati, evitando la drammatizzazione e la psicosi.
Potrebbe essere una forma di prevenzione efficace, determinante al fine di contribuire a rallentare il moltiplicarsi dei casi, laddove sia già in atto una comprovata emergenza.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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