Stiamo affrontando un momento estremamente delicato dove, come collettività, siamo stati chiamati a modificare in maniera drastica il nostro vivere quotidiano.
Non è possibile uscire se non per ragioni di reale e comprovato bisogno; al supermercato si entra scaglionati per evitare assembramenti; occorre mantenere le distanze di sicurezza con le persone e si devono adottare norme igieniche molto restrittive.
Siamo messi tutti a dura prova e le reazioni individuali sono variegate. C’è chi apprezza questo momento come opportunità per rallentare; c’è chi ha il terrore di ammalarsi; c’è chi teme per la propria sopravvivenza e accumula cibo e acqua; c’è chi pensa ancora sia tutta una montatura.
Il senso biologico di tutto ciò è stato analizzato in modo approfondito dall’ospite del terzo episodio del podcast di Generazione Bio, il Dr. Vincenzo Primitivo.
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Coronavirus: approfondimenti sul senso biologico di un’epidemia
Questo momento storico cambierà probabilmente per sempre il modo di vivere e di relazionarsi delle persone. E’ come uno spartiacque tra il mondo che è stato e quello che verrà, che sarà, secondo molte voci autorevoli, molto più bello di quello che fino a oggi abbiamo conosciuto.
La fase che stiamo vivendo, infatti, offre l’opportunità di imparare lezioni che in altro modo non avremmo probabilmente appreso. Non in un tempo così rapido, almeno. Il mondo come era prima ci stava fagocitando, si era impadronito delle nostre vite e stava spegnendo la nostra brillante natura, accostandoci in modo sinistro più a degli androidi che a degli esseri umani.
Oggi abbiamo l’occasione di cogliere il silenzio surreale delle città per riflettere e compiere una trasformazione in noi.
Prevenzione e primo soccorso
Per tutto il periodo d’emergenza si invitano le persone a non recarsi al pronto soccorso se non per ragioni gravi. Quante volte, prima, abbiamo abusato di questo servizio, intasando le sale d’attesa per motivi banali? Inoltre, per affrontare il periodo di crisi, prestazioni e visite non urgenti sono state sospese. Quante volte abbiamo contribuito a mandare in sovraccarico le liste d’attesa delle strutture sanitarie, perché convinti che prevenzione sia sinonimo di diagnosi precoce?
Oggi siamo pronti ad imparare che prevenire vuol dire non mettersi a rischio di sviluppare patologie, attraverso l’integrazione nella vita quotidiana di strategie naturali per mantenere in equilibrio il corpo, la mente, le emozioni e lo spirito, senza sottovalutare nessuno di questi 4 aspetti. Apprenderemo ad adottare una forma di prevenzione olistica che ci permetta di riconquistare la responsabilità individuale e totale della nostra salute attraverso il nostro stile di vita.
Valore del tempo e del silenzio
Dopo una vita trascorsa a correre, storditi dal rumore frastornante di un mondo che andava sempre a cento all’ora, molti si ritrovano improvvisamente a non poter lavorare o a farlo da casa, con ritmi meno sostenuti. Si riscopre allora l’importanza della gestione del proprio tempo e, in certi casi, anche della noia: non sapere cosa fare può essere dapprima spiazzante ma può aprire un varco e risvegliare quella creatività sopita che dormiva da tempo dentro ciascuno di noi. Le buone idee nascono dal silenzio e dalla noia. Finché c’è rumore, non sono in grado di emergere, né di essere viste. Silenzio e solitudine sono miniere d’oro, talvolta.
Pazienza
Abituati prima ad avere tutto e subito, con negozi di ogni genere aperti 7 giorni su 7 e per tante ore al giorno, oggi dobbiamo imparare ad attendere il nostro turno in modo diligente anche solo per accedere ai servizi primari. Dobbiamo pazientare, responsabilizzarci e uscire il meno possibile, per il bene comune. Bisogna imparare a rimandare ciò che non ha oggi alcuna priorità. Una bella lezione, che sicuramente porteremo con noi anche dopo e che sarà uno stimolo per vivere solo ed esclusivamente nel presente.
Approccio alla bellezza
Saloni di bellezza, parrucchieri e centri estetici hanno chiuso i battenti fino a data da definirsi. Questo significa, per molte donne che non lo facevano più, dover tornare a occuparsi personalmente della piega dei capelli e della manicure. Questa è un’opportunità per imparare ad accettarsi, a non cercare a tutti i costi una bellezza artefatta, a riconquistare un canone estetico semplice e meno standardizzato.
Addio al superfluo
Che lo si voglia o no, in questa fase tutto ciò che è superfluo perde di valore. Ed è un bene, perché ci consente di nuovo di concentrarci su ciò che è essenziale. Il che non ha nulla a che vedere con l’austerità, come molti possono erroneamente pensare. Significa semplicemente abbandonare tutto ciò che è fatuo, vuoto, privo di anima.
Trascendere la materia
Ognuno nel proprio luogo di “clausura” forzata, non può fisicamente incontrare amici e parenti lontani. Al termine dell’emergenza riassaporeremo il gusto e il calore di un abbraccio o di una stretta di mano, ma nel frattempo stiamo imparando a creare connessioni che vanno oltre la materia. Questo tipo di connessioni non sopravvive senza un legame animico, genuino, trasparente e puro, che si trova su un piano molto più elevato rispetto a quello corporeo. Comprenderemo l’importanza di accedere alla rete internet per stare vicini alle persone lontane, concentrandoci sui rapporti che ci arricchiscono, piuttosto che quelli che ci risucchiano energia e vitalità.
Famiglia e partner
La routine del mondo che ci stiamo lasciando alle spalle era fatta di una casa da condividere con partner e figli, ma di giornate trascorse per lo più separati. Bambini a scuola, mamme e papà al lavoro. Forzatamente oggi bisogna reinventare tutto: modi e spazi. Occorre ritrovare il valore del tempo trascorso insieme, affrontare la difficoltà di gestire l’animosità dei figli per giornate intere senza più delegare ad altri. Le coppie sono costrette a incontrarsi, vivere nuovamente una quotidianità dove le abitudini devono in qualche modo collimare. Sarà come ricominciare da capo, imparare nuovamente a conoscersi, ritrovare equilibri nuovi e, se tutto va bene, a rinforzare il rapporto come mai si poteva anche solo immaginare prima.
Hobby
Il maggior tempo libero a disposizione, può essere ora dedicato a un hobby, oppure a rispolverare una passione sopita e rinchiusa per anni in un polveroso cassetto. E se si scoprisse che il lavoro fatto con fatica e sofferenza fino a oggi fosse solo un palliativo per sopravvivere e se dopo l’emergenza fosse proprio quella passione ritrovata a permetterci di reinventarci e ricominciare, quando l’emergenza sarà superata?
Non dare niente per scontato
Un viaggio, una cena al ristorante con gli amici più cari; un caffè con la mamma che abita lontano, un pomeriggio alla Spa, un massaggio rilassante. Tutte cose che prima davamo per scontate, a cui ora non abbiamo accesso. Quanto ce le godremo quando potremmo di nuovo uscire e permettercele? E a quel punto non lo faremo con un atteggiamento diverso, a cominciare dall’approccio che adotteremo durante il tragitto che ci porta a destinazione? Quanto sarà diventato maestoso per gli occhi, a noi che abbiamo ritrovato il piacere e il tempo di osservarlo, il blu del cielo? Quanto percepiremo l’aria e il verde del parco come rivitalizzante per le nostre cellule? Quanto ci sentiremo meravigliosamente leggeri, liberi, privilegiati, felici di essere in vita e grati per tutto il bene prezioso che abbiamo a disposizione?
Sorridere con gli occhi e con il cuore
Costretti a indossare mascherine protettive, che celano gran parte del nostro volto, inizieremo a sentire la mancanza di quei rari sorrisi che ci si scambia per strada con gli sconosciuti. Sorrisi empatici, spesso di comprensione. Capiremo però quanto sia bello e intenso guardarsi negli occhi; raggiungeremo il nucleo di chi abbiamo davanti e sapremo riconoscere nella luce di uno sguardo quel sorriso che oggi la bocca non può offrire.
Per comprendere tutto questo, era indispensabile fermarsi e farlo tutti insieme.
Stiamo tutti contribuendo al manifestarsi di un mondo nuovo e stiamo ripartendo da noi stessi, ognuno con le proprie modalità, per raggiungere il traguardo.
Senza paura, ma con piena fiducia nell’Universo e per ciò che ha in serbo per noi, non demordiamo e completiamo questo processo di rinascita. Integriamo le lezioni che questa emergenza ha da offrirci e conduciamo l’umanità intera alla sua guarigione.
Ce la facciamo. Va tutto bene.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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Foto di Freepik
Ispirato dalle conversazioni e dalle riflessioni scambiate a debita distanza e per mezzo della rete con l’amica Margherita Cardetta
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