E’ facile chiederselo, soprattutto nei periodi più bui.
Che cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?
Quando ci comportiamo sempre in maniera onesta e leale, mettendoci impegno in tutto ma, ugualmente, ci troviamo ad affrontare delle sfide difficili o a vivere vere e proprie tragedie, la domanda sorge più che spontanea.
Perché quello che sta capitando ci fa soffrire profondamente, ci rende frustrati e ci sentiamo quasi perseguitati, ingiustamente.
Questo lecito interrogativo, però, non tiene conto di qualcosa di estremamente importante: noi tutti, buoni o cattivi, siamo a questo mondo per vivere un’esperienza evolutiva. Per crescere. Spesso, questo percorso non assomiglia neanche lontanamente a una passeggiata.
Il fatto di essere generosi, altruisti, disponibili con l’altro, di comportarsi quanto più possibile con lealtà, magari pregando e lavorando sodo non sono cose che si fanno per avere qualcosa in cambio. Ma solo perché è giusto così.
Ogni cosa che ci succede, anche la peggiore, arriva a noi con lo scopo di insegnarci un’importante lezione di vita e per aiutarci a migliorare e ad evolvere.
A poco serve, dunque, passare attraverso il periodo classico della negazione dell’accaduto. Che si traduce nel fare finta di niente, o peggio nel mettersi in opposizione.
Lo stesso vale per la rabbia che insorge come risposta all’evento stressante che stiamo vivendo. E’ legittimo e umano provarla, ma questo sentimento non dovrebbe diventare permeante nella nostra vita. Per il semplice fatto che può consumarci e che, di certo, non sarà in alcun modo risolutiva.
Talvolta, poi, si dà la colpa agli altri. Siamo persone talmente buone da sentire di non meritare di essere protagonisti di determinate esperienze. Di conseguenza, iniziamo a raccontarci le favole, convincendoci che il vero responsabile è qualcuno di esterno a noi.
La verità è che la sofferenza è una parte necessaria della nostra vita. Senza di essa, non saremmo nemmeno in grado di apprezzare i momenti di gioia. Non ne comprenderemmo la differenza.
Il fatto che cose spiacevoli accadano anche alle persone migliori, a quelle magari più spirituali, ha una spiegazione ed è molto semplice.
In verità, non esistono esperienze brutte o spiacevoli. Ma soltanto esperienze.
Che si traducono in lezioni importanti per arricchire la nostra esistenza.
Dipende tutto solo ed esclusivamente da come scegliamo di percepire ciò che ci accade.
Quando impariamo ad accettarlo, cambia la nostra prospettiva e – molto spesso – risulta anche più semplice e rapido passarci attraverso e ritrovarsi, alla fine, dopo aver superato la brutta esperienza, ad essere delle persone nuove, più consapevoli di prima.
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Articolo Monica Vadi per generazionebio.com
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