L’epifisi, più comunemente conosciuta come ghiandola pineale, è stato dimostrato come con il passare degli anni tenda a calcificarsi: ecco il motivo per cui invecchiando i problemi di sonno aumentano.
La forma dell’epifisi è analoga a quella della pigna e svolge un ruolo in prima linea nella regolazione del nostro ciclo sonno-veglia, ma è anche responsabile del bilanciamento dei ritmi circadiani con il susseguirsi delle stagioni.
Questa ghiandola endocrina ha delle dimensioni estremamente ridotte ed è localizzata tra i due emisferi e incorporata esattamente dove si incontrano le due parti del talamo.
Intorno all’epifisi si è costruito un immaginario di spiritualità sin dalla notte dei tempi. Già Cartesio affermava con fermezza che la ghiandola pineale rappresentasse la sede dell’anima, mentre le tradizioni mistiche la associano al terzo occhio.
Oggi vi è un approccio estremamente scientifico dietro a questa piccola ghiandola, che va al di là di tutto ciò che è stato tramandato dalle culture più antiche in qualche modo consolidandolo. Si può infatti dire con certezza che l’epifisi ha un ruolo primario nell’ambito del nostro benessere e, proprio per questa ragione, è utile conoscerne bene le funzioni.
La ghiandola pineale è il regolatore dei nostri cicli circadiani
L’epifisi produce la melatonina, un neuro-trasmettitore che facilita il nostro riposo, inducendo il sonno e attuando un’operazione di rinforzo sul nostro sistema immunitario. Un’altra funzione di questa molecola è quella di prevenire la degenerazione del cervello.
La melatonina viene prodotta dalla ghiandola pineale quando si fa buio, mentre la luce la inibisce.
A regolare questo processo sono le cellule fotosensibili di cui è dotata la retina che, rilevando la luce, inviano delle informazioni all’epifisi.
Se la melatonina è ben regolata, non solo dormiamo meglio: siamo anche in grado di percepire un miglior grado di benessere e una maggiore energia.
La ghiandola pineale, però, con il tempo smette di funzionare correttamente, con tutte le conseguenze del caso.
La calcificazione dell’epifisi
La ghiandola pineale è stata associata al nostro orologio biologico interno, in grado di rendere più facile l’adattamento ai cambiamenti: ai cambi di stagione, all’alternarsi delle ore del giorno e della notte e ai cicli della natura in generale.
Oggi viviamo una vita molto agitata e siamo quasi forzati a farlo; inoltre, siamo costantemente esposti alle luci artificiali. Tutto questo contribuisce ad alterare la funzionalità della ghiandola pineale, che è anche molto sensibile all’inquinamento, allo stress e alla carenza di vitamina D.
L’epifisi è anche la struttura cerebrale che riceve più liquidi, quasi alla pari dei reni.
Quando sopraggiunge il periodo dell’adolescenza, la sua funzionalità diminuisce e, con il tempo, tende addirittura a calcificarsi.
Come conseguenza non solo iniziamo a soffrire di disturbi del sonno, ci sentiamo più stanchi e la memoria peggiora: avremo anche una probabilità maggiore di perdere le nostre capacità cognitive.
Come prendersi cura dell’epifisi
La calcificazione è il maggior pericolo cui va incontro questa ghiandola endocrina ed è un processo molto difficile da contrastare. Ci sono però delle attività che si possono intraprendere per ritardarlo, oltre che uno stile di vita da adottare che possono migliorare le sue condizioni
Prima di tutto, è indispensabile alimentarsi con dei cibi che siano amici della ghiandola pineale.
Ma non solo:
- bisogna vivere secondo i cicli della natura ed esporsi alla luce solare
- ridurre l’esposizione a computer, cellulari e televisori, spegnendoli almeno un’ora prima di andare a dormire
- dormire nella più totale oscurità
- integrare, se necessario, con una buona vitamina D
- adottare tutte le mosse possibili per convivere in modo bilanciato con l’inquinamento; il fluoro è il peggior nemico della ghiandola pineale: per eliminare degli eccessi, fa molto bene consumare frutta fresca, il tamarindo in particolare
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Articolo di generazionebio.com
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Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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