La cimatica è una disciplina estremamente interessante, che permette di visualizzare chiaramente come le frequenze del suono si muovano in particolari ambienti come l’acqua, l’aria o la sabbia, modificando la materia in modo diretto.
Già le tradizioni più antiche consideravano i suoni, le frequenze e le vibrazioni come forze potenti, capaci di influenzare la vita a livello cellulare. Gli sciamani stessi usano da sempre metodi di guarigione legati al suono, usando i tamburi o il canto per intervenire su diversi disturbi fisici, persino quelli più gravi.
Oggi la terapia del suono sta diventando sempre più popolare e la cosa non dovrebbe stupire. La musica, il suono, le frequenze e le vibrazioni sono connaturate in tutto il nostro sistema, compreso il regno animale. Le vespe, ad esempio, usano le percussioni, attraverso le loro antenne, per modificare lo sviluppo della loro casta o il fenotipo delle larve. Da questo potrebbe dipendere il motivo per cui una larva si sviluppa come un’operaia incapace di riprodursi e un’altra in una femmina in grado di farlo, anche se in precedenza il fenomeno veniva ricondotto alla sola alimentazione. Già solo questo permette di capire come i segnali acustici possano trasmettere informazioni biologiche importanti, che agiscono a livello epigenetico.
Nel mondo umano, le ricerche che vengono condotte sul potere del suono di influenzare la salute sono sempre più numerose.
In una conferenza Tedx, il professore associato e direttore dello Skidmore College Anthony Holland ha confidato al pubblico il suo sogno: quello di vedere un futuro dove i bambini non debbano più soffrire per l’effetto secondario della radioterapia e dei farmaci contro il cancro. La risposta, secondo il suo team di ricerca, è insita nel suono. Inviare un segnale specifico alle cellule potrebbe fare la differenza. In questo potrebbe venire in aiuto un dispositivo inventato dal medico James Bare, che ricorre ad un’antenna al plasma che emette degli impulsi, in grado di distruggere specifiche cellule. Quello che è stato scoperto, dopo lunghi mesi di studio, è che l’undicesima armonica riesce a rompere i microrganismi. Da lì, la ricerca è diventata più approfondita, concentrandosi sulla vulnerabilità delle cellule cancerogene, in particolare quelle nel pancreas. Al momento questo trattamento non rappresenta ancora un’opzione percorribile, poiché occorrono più statistiche positive, ma per ora i risultati sono estremamente favorevoli.
Altre ricerche significative sono state condotte ormai più di trent’anni fa, dalla biologa Helene Grimal insieme al compositore Fabien Maman, che hanno provato a mettere in relazione le onde sonore con le cellule viventi. I due hanno osservato, attraverso una telecamera montata su un microscopio, delle cellule tumorali uterine esposte a vari strumenti acustici – come la chitarra, il gong e lo xilofono – e alla voce umana, per un intervallo di tempo di 20 minuti.
E’ stato così scoperto che le cellule tumorali, esposte al suono, perdevano la loro integrità strutturale e dopo 14 minuti letteralmente esplodevano. Con la voce umana i tempi erano ridotti a 9 minuti.
I due ricercatori hanno anche lavorato a stretto contatto con due donne colpite da carcinoma mammario. Per un mese, entrambe sono state sottoposte ogni giorno a una sorta di tonificazione per 3 ore e mezza. Una delle due è totalmente guarita, mentre l’altra si è sottoposta a intervento chirurgico scoprendo che la massa tumorale si era notevolmente ridotta, fino a seccarsi.
Impossibile dimenticare, poi, gli esperimenti di Royal Rife, che scoprì una frequenza di energia elettromagnetica capace di influire positivamente sul cancro una volta che questo entrava in quel campo energetico. Poi c’è lo studio più recente pubblicato nel 2014 dal Journal of Huntington’s Disease, che ha rivelato un modo per intervenire con dei tamburi sui malati neurodegenerativi; oppure lo studio finlandese del 2011, che ha evidenziato come la musica potesse apportare benefici sui pazienti colpiti da ictus che avevano perso l’uso del linguaggio.
Questa è solo la punta dell’iceberg di una disciplina che prenderà sempre più piede in futuro, quella della medicina dell’informazione, dove suoni, frequenze e vibrazioni saranno sempre più usati a scopo curativo, perché riconosciuti universalmente come efficaci: sia integrati a percorsi convenzionali, che utilizzati come metodi a sé stanti.
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Articolo Monica Vadi per generazionebio.com
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Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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