Come siamo severi con noi stessi, ogni volta che non accettiamo di poter compiere un errore. Spinti dall’ossessiva mania di perfezione, al primo passo falso ci lasciamo travolgere dal senso di inadeguatezza o, peggio, di colpa.
Abbiamo difficoltà ad ammettere di avere sbagliato, prima di tutto con noi stessi e poi con gli altri.
Eppure, ciò che ci rende unici e che ci permette di crescere e avanzare nella vita sono proprio quegli errori.
Per questo dovremmo vedere anche le più piccole sciocchezze compiute nel passato come dei grandi doni dal cielo. Anziché pensare a quanto siamo stati idioti, dovremmo considerare quanto abbiamo imparato da quel fallimento, senza alcun rimpianto.
Le conquiste più belle le otteniamo dopo le più rovinose cadute.
L’amore della nostra vita, ad esempio, arriva quasi sempre dopo essere stati feriti più volte dalle persone sbagliate: solo così sapremo riconoscerlo e apprezzarlo veramente.
Senza le delusioni non sapremmo cosa significa essere felici.
Ci sono volte che quando siamo a terra, senza fiato, colti da un senso di oppressione schiacciante, alziamo lo sguardo e tutto ci appare sotto una luce nuova. Quella che ci sorprende e ci dà la forza di rialzarci ancora più forti. Quella che non avremmo scorto senza crollare. Quella stessa che ci indica la direzione da prendere.
Per tutte queste ragioni, dovremmo rivalutare il senso degli errori. Di quelli fatti e di quelli che faremo.
Siamo esseri umani, siamo qui per imparare e spesso le lezioni più importanti si traggono dalle situazioni più difficili, dalle scelte apparentemente sbagliate che si rivelano però le uniche possibili in una determinata circostanza.
Non esiste la perfezione sul piano materiale e rincorrerla significa disperdere le energie in una battaglia già persa in partenza.
Puntiamo ogni giorno a vivere, lavorare e comportarci nell’eccellenza. A fare del nostro meglio. Accettando la nostra condizione di fallibilità, ma senza più considerarla un difetto. Questo è quanto.
Auguriamoci di farne di errori, in buona fede. Alla lunga, saranno questi a rivelarsi i nostri più grandi maestri, più di qualsiasi guru o mentore che incontreremo lungo la via.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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