Tutti conosciamo almeno una persona che passa ogni giorno della sua vita stretto nelle morse della rabbia. O forse lo siamo noi stessi.
Quello che si tende a non considerare è che dietro a questo tipo di atteggiamento c’è spesso la segreta percezione di non sentirsi abbastanza.
La rabbia e l’esasperazione manifestata altro non sono che uno scudo per non mettere in evidenza, agli altri e a se stessi, questa ferita così profonda.
Se di per sé la rabbia non è qualcosa di negativo, può però sfociare in altri comportamenti dannosi, quando alla sua radice vi è altro. E’ infatti la paura a stimolare dei comportamenti distruttivi verso se stessi e verso gli altri.
Si tratta di una paura ben specifica: quella per cui qualsiasi errore o debolezza rendano immeritevoli di ricevere amore dagli altri.
E’ come se le persone costantemente arrabbiate fossero dominate dalla percezione profonda di poter essere amati solo a determinate condizioni, ovvero mostrandosi perfetti e senza mai sbagliare nulla.
Essendo però questi degli obiettivi impossibili da perseguire, portano all’esasperazione e procurano ancora più sofferenza a se stessi e a tutte le persone che si hanno intorno.
Per trasformare questo atteggiamento in modo costruttivo c’è una sola via: smettere di zittire attraverso la rabbia (molto lo fanno attraverso l’alcol, le droghe, il cibo o altre dipendenze) quella voce interiore che urla il suo terrore di perdere l’amore. Questa voce andrebbe invece ascoltata, perché fa parte di sé ed è l’espressione di un desiderio innato e profondo di guarire da questo dolore.
Solo a quel punto sarà possibile aprirsi alla strada del recupero e della rigenerazione. Occorre letteralmente riunire se stessi con quell’aspetto e tornare ad essere integri.
Tutto questo si ottiene imparando ad amare se stessi e ad accettarsi per quello che si è, senza nascondersi o difendersi in maniera estrema o aggressiva.
Quando si è in pace con se stessi, si è in pace con il resto del mondo.
Ogni volta che ci troviamo accanto a una persona costantemente arrabbiata, allora, proviamo a guardarla con altri occhi, quelli della consapevolezza che dietro non vi è altro che un bambino traumatizzato che ha bisogno di amore.
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Articolo di generazionebio.com
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