Le mani spesso vengono date per scontate. Stanno lì, in fondo alle braccia. Quasi mai ci soffermiamo a pensare a come sarebbe la nostra vita senza di esse. Si usano le mani per afferrare qualcosa materialmente, per compiere delle azioni, per dare e per ricevere. Molti degli aspetti che le caratterizzano vengono però molto spesso tralasciate.
Come, ad esempio, il fatto che con le mani si imprime una traccia e che, sulla base delle impronte digitali, si possa risalire con certezza all’identità un individuo, esprimendo così il carattere unico di un essere umano.
Le mani hanno anche una rilevanza da un punto di vista energetico, poiché attraverso di esse passano dei fluidi, delle emanazioni che contengono la quintessenza dell’essere.
Le nostre mani sono come antenne, capaci di attirare e ricevere delle correnti di energia dal cosmo. Più la nostra consapevolezza è ampia e più ne possiamo captare. Lo sapeva bene Mosè, che durante le battaglie, come si narra nell’Antico Testamento, alzava le mani e il popolo aveva garantita la vittoria. Questo perché egli proiettava delle forze e attirava entità che arrivavano in sostegno dei guerrieri.
Ciò indica come, attraverso la potenza delle mani, si possa anche creare amore e armonia. Molti quando si stringono la mano si soffermano solo sul segno convenzionale del saluto in sé. Eppure, un gesto così scontato è di estrema importanza, se eseguito in maniera non meccanica, mediante il quale si può incoraggiare, consolare e trasmettere amore.
Per questo si è ampiamente diffuso anche l’uso curativo delle mani, un’antica pratica che oggi inizia a non essere più considerata esclusivamente di carattere mistico, ma che anche in ambito sanitario sta riscontrando sempre più consensi.
L’imposizione delle mani ha dei chiari effetti fisiologici, sul sollievo dal dolore, sulla riduzione dell’ansia. Ma anche sull’aumento del trasporto dell’emoglobina nel sangue o sul riequilibrio di alterazioni delle onde cerebrali.
Molti sono gli studi effettuati sul tema, che hanno evidenziato come il contatto terapeutico vada ben oltre il puro effetto placebo. Non serve alcun talento speciale, perché si tratta di un potere innato che si può utilizzare correttamente imparando le varie tecniche disponibili e con una corretta pratica.
L’uso terapeutico della mani non va considerato come mezzo di guarigione, quanto come strumento per dare sollievo. Al limite, può accelerare il decorso positivo di alcune problematiche.
Uno dei mezzi più diffusi ed efficaci oggi è il Tocco Terapeutico messo a punto dalla dottoressa Dolores Krieger. Ma la convinzione che l’imposizione delle mani implicasse un trasferimento di energia tra il terapeuta e il paziente è molto antico e si basa sul concetto del prana sanscrito.
La mano è uno strumento magico, attraverso il cui uso l’uomo ha acquisito tutto ciò che sa e che possiede. Persino il suo avvenire dipende dalle mani, esseri vivi che hanno un cervello proprio, un loro sistema nervoso e persino uno stomaco proprio. Così come l’universo si riflette nei vari organi del corpo, questi si riflettono nella mano.
Non bisogna usare necessariamente le mani per guarire materialmente, ma si può provare a ricorrere ad esse per riportare armonia nell’ambiente e tra le persone che abbiamo intorno.
Un esempio? Se ci troviamo accanto a due persone che stanno litigando, solleviamo la nostra mano verso di loro, con l’intenzione sincera di riportare armonia e visualizziamole che si abbracciano. E poi stiamo a vedere che cosa accade, come risultato dell’invio di queste nostre onde benefiche.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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