Tutti conosciamo una persona che si trova in difficoltà, che amiamo profondamente e che vorremmo, con tutti noi stessi, aiutare. Ci preoccupiamo per lui, vorremmo stesse bene, ma appena ci troviamo nella posizione di fare qualcosa, iniziamo a ragionare su come ci comporteremmo noi al suo posto.
Se solo facesse questo, se solo smettesse di…
Magari è un membro della famiglia che soffre di depressione, oppure è una persona cara che si sta separando e ha il cuore spezzato. Magari è una persona che non crede in sé stessa. Ogni volta che parliamo con lui cerchiamo di incoraggiarlo e gli diamo dei consigli, ma dentro di noi in qualche modo lo giudichiamo pensando che dovrebbe essere diverso da ciò che è.
Si tratta magari di un’amica che soffre di dipendenze, che è stato tradita; oppure è qualcuno che sperpera tutto il suo denaro e nel nostro intimo diciamo:
Se solo mettesse la testa a posto…
In alcuni casi si tratta del partner, con cui le cose non vanno troppo bene e con cui pensiamo possa funzionare solo se lui cambiasse qualche aspetto di sé.
La verità è che non abbiamo nessun potere, men che meno il diritto, di cambiare un’altra persona.
Ognuno è ciò che è.
L’unica cosa che possiamo fare è ispirarla in maniera positiva, affinché, piuttosto che cambiare, tiri fuori la parte migliore di sé.
La differenza è netta.
Altrimenti, il nostro aiuto sarà più simile ad una manipolazione o, peggio, ad una coercizione. Non bisogna mai violare i confini di un individuo con il nostro intervento esterno. Ogni volta che lo facciamo, il risultato sarà sempre il medesimo: danneggeremo lui e la relazione che intercorre tra di noi.
Questa violazione dei confini spesso passa inosservata, perché è sempre mossa dalle buone intenzioni.
Se tuo figlio perde il lavoro e, abbattuto da questa circostanza, passa le sue giornate sul divano assumendo il ruolo della vittima, non sarà compilando e inviando al posto suo dei curriculum che lo aiuterai. Nemmeno accusandolo di essere uno scansafatiche o un perdente. Un comportamento del genere, seppure con le migliori intenzioni, porterà inevitabilmente a delle spiacevoli conseguenze.
Ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni e delle proprie emozioni. Nessuno può farlo al suo posto senza che questo si traduca in una forma di violenza.
Spesso i migliori tentativi di aiutare qualcuno possono portare a conseguenze spiacevoli, perché non possiamo costringere qualcuno ad avere sicurezza o rispetto di sé, ad assumersi le proprie responsabilità.
Una persona cambia solo ed esclusivamente nel momento in cui lei stessa ha deciso di farlo. Avendo scelto questo percorso, lo può controllare. Altrimenti non avrà alcun senso.
Nessuno può decidere di che cosa abbia bisogno un altro individuo, che cosa lo renderà migliore. Non si può scegliere per lui cosa pensare, cosa fare e di cosa preoccuparsi. Sarebbe come privarlo della sua identità.
Come si possono aiutare le persone in modo sano?
Se non si può costringere un altro a cambiare, se ogni interferenza risulta malsana, cosa bisogna fare esattamente?
Dare l’esempio
Chiunque abbia radicalmente rivoluzionato la propria vita sa che questo ha una forte influenza sulle relazioni. Tra i tanti che si ritroveranno a giudicare il cambiamento, ci sarà qualcuno che ci osserverà e dirà a se stesso:
Accidenti, dovrei fare qualcosa anche io
Sarà lì che prenderà forma il cambiamento. Ma sarà quello che calzerà al meglio su di lui, non quello che avremo stabilito noi!
Anziché dare risposte, facciamo buone domande
Imporre le proprie risposte è inutile e controproducente. Meglio porre le domande giuste.
Qualche esempio?
Invece di dire:
Devi lottare per ottenere l’aumento dello stipendio!
chiedere:
Pensi di essere pagato equamente?”
Invece di:
Non puoi tollerare le azioni di tua sorella
chiedere:
Ti senti responsabile delle azioni di tua sorella?
Non è facile, ma saranno quelle domande ad accendere la scintilla del cambiamento, non delle soluzioni preconfezionate ai problemi.
Offrire aiuto incondizionato
Spesso la cosa migliore da fare è semplicemente testimoniare la nostra presenza e il nostro sostegno. A volte, anziché dare consigli, possiamo raccontare storie analoghe che abbiamo vissuto, da cui sarà l’altro a trarre degli spunti utili, se ci sono.
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Articolo di generazionebio.com
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