Un giorno ad un seminario, una studentessa chiese al relatore, uno psicologo esperto in relazioni di coppia, come dovesse essere, secondo lui, un rapporto ideale e se esista l’anima gemella, colei con cui si crea l’unione perfetta una volta incontrata.
Lo psicologo respirò profondamente, aggrottò la fronte e attese qualche secondo prima di rispondere.
Sono convinto che da qualche parte nel modo esista un violino adatto a me. Non appena lo troverò, lo prenderò tra le mani.
Immediatamente fluirà una musica incantevole e tutti i miei amici e conoscenti mi guarderanno e saranno invidiosi di quella virtù che si esprime in modo così armonioso.
Solo che fino a oggi non è mai successo nulla del genere. Esamino i violini, uno per uno, senza che nemmeno mi passi per la mente l’idea di imparare a suonare. Credo di non averne bisogno. Che banalità e che rottura di scatole: apprendimento, solfeggio, impostazione delle mani e tutto il resto…
Sarà sufficiente incontrare il violino giusto per far subito nascere una musica maestosa
Gli studenti lo guardarono tutti esterrefatti e incantati da quella metafora apparentemente poetica.
Non capirono subito il senso di quelle parole. Che in fondo nascondevano del sarcasmo.
Perché nessuno vuole ammettere quanto sia bello sognare il rapporto di coppia perfetto e incontrare l’anima gemella. Ma se non lavoriamo sulla relazione, se non impariamo a gestirla nel modo giusto, mai si creerà quell’alchimia indispensabile per mantenere un rapporto basato sull’armonia e sulla crescita comune.
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Articolo di generazionebio.com
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