Circa l’80% delle donne vorrebbe perdere peso, ma non ci riesce. Specialmente sul girovita, appesantito da quella pancetta resistente a qualsiasi dieta o attività fisica.
In termini evolutivi, siamo programmati per trattenere un po’ di grasso, in maniera che vi sia sempre una riserva di energia qualora il cibo scarseggiasse. E’ una realtà scomoda da accettare, ma siamo proprio fatti per mettere su peso molto più facilmente di quanto lo si perda.
In particolare dopo i 35 anni, il metabolismo della donna rallenta e restare in forma diventa un’impresa sempre più ardua. Né la dieta, né un allenamento adeguato sembrano dare dei risultati. Secondo uno studio recente condotto presso la Harvard University, l’aumento di peso per una donna, nella finestra di tempo che va dai suoi 18 ai 50 anni, può determinare il rischio di future malattie, incluse ipertensione, diabete, malattie cardiache e cancro correlato all’obesità. Tutte queste condizioni influenzano l’asse cervello/corpo, a causa dell’infiammazione. Lo studio ha seguito 92,837 donne di età superiore ai 36 anni, il cui aumento di peso si aggirava intorno ai 30 kg.
Si sapeva già che l’eccesso di grasso può essere il precursore per il declino cognitivo che in particolare quello che si accumula intorno alla pancia è il più pericoloso.
Il grasso superfluo stimola il rilascio di centinaia di ormoni che influenzano il sistema nervoso, il fegato e il sistema immunitario e che sono associate a deficit cognitivi, demenza senile e morbo di Alzheimer.
L’eccesso di peso non solo fa aumentare il rischio di ammalarsi in futuro, ma distrugge anche il microbioma, il sistema immunitario, il sistema cardiovascolare e l’espressione genica.
In linea generale, il grasso nel corpo tende a mantenersi piuttosto stabile, ma come detto, col passare degli anni aumenta, insieme al peso. Si tentano allora diverse strade: la dieta, l’esercizio fisico, la risoluzione delle emozioni che si celano dietro al grasso di troppo. Con estrema fatica e spesso senza risultati permanenti.
La dottoressa Sara Gottfried, autrice di diversi programmi alimentari mirati al sistema ormonale femminile, ha spiegato, dopo aver analizzato pile e pile di studi scientifici, che alla base di questa difficoltà vi sarebbe il cosiddetto set point.
Si definisce come set point il livello o il punto in cui uno stato fisiologico variabile (come il peso corporeo) tende a stabilizzarsi. In parole più semplici, è un sistema di controllo che regola la stabilità del peso corporeo entro un intervallo ristretto di tempo.
Una volta che il set point aumenta, il cervello cerca in tutti i modi di mantenere il nuovo peso, a dispetto di tutti gli sforzi fatti per ridurlo. Questo spiegherebbe come mai, durante le prime settimane di dieta, il peso si perde facilmente per poi venire recuperato entro breve tempo. E’ una cosa che provoca molta frustrazione, ma semplicemente potrebbe essere il segno che il corpo sta cercando di combattere per mantenere il peso di prima. Il metabolismo rallenta per risparmiare energia, il corpo va in stato di fame e proverà a usare le poche calorie ricevute in maniera più efficace.
Purtroppo, erroneamente, si pensa ancora che il dimagrimento sia una questione di restrizione alimentare e di aumento dell’attività fisica (il classico “mangia meno, muoviti di più”). Le cose sono però molto più complesse.
Il nuovo libro della Gottfried Brain Body Diet si occupa ampiamente di questo e propone un protocollo specifico che aiuterà a ritornare in forma anche sulla base del set point, che è una valore impossibile da calcolare: non esiste nessun test per farlo.
E’ possibile però intervenire per far cessare la lotta del corpo contro il dimagrimento. Come? In modo molto articolato e, secondo Sara Gottfried, assumendo, parallelamente ad una dieta equilibrata, una serie di integratori che andranno a lavorare su diversi fronti.
Prima di ogni cosa è necessario evitare l’assunzione di zuccheri, farine raffinate, alcol, cereali e di qualsiasi alimento che stimoli l’infiammazione. Si dovranno consumare verdure in quantità ogni giorno e ricorrere a una serie di prodotti naturali di sostegno.
Con questi ultimi, si andrà a lavorare su:
- metabolismo: utile sarà assumere tè verde, cromo e acido alfa lipoico, nutrienti che aiutano a mantenere in equilibrio il metabolismo dell’insulina e del glucosio
- tiroide: si assumono prodotti naturali che aiutano la conversione di T4 (ormone tiroideo inattivo) in T3 (ormone tiroideo attivo), come magnesio e inositolo che favoriscono anche la salute delle ghiandole surrenali
- nutrizione: si assume un multivitaminico ricco anche di minerali e fitonutrienti che supportano la salute delle cellule e il benessere generale
- omega 3: un valido aiuto per il sistema cardiovascolare, muscolo-scheletrico e immunitario
Naturalmente, queste sono linee guida generali, molto più dettagliate nel libro della Gottfried, ma da seguire comunque solo dietro la supervisione di un esperto che possa personalizzare il protocollo.
Certamente, questo nuovo punto di vista offre una strada alternativa da percorrere per raggiungere con successo la perdita di peso e comporta dei cambiamenti sottili ma sostanziali nelle abitudini quotidiane volte a tornare in forma più facilmente e in modo stabile.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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