Si discute sempre di più dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento ambientale e delle strategie più rapide ed efficaci per intervenire e invertire la rotta.
Le previsioni più catastrofiche ci informano che, probabilmente, ci sono rimaste poche decine di anni a disposizione per fare qualcosa di concreto.
Proviamo ad affrontare l’argomento da un punto di vista inconsueto.
Se è vero che tutto ciò che è presente nel nostro Universo è interconnesso, le azioni di ciascun individuo a livello microscopico possono fare la differenza sul piano macroscopico. Che anche noi siamo parte del problema è assodato, ma ci siamo mai chiesti se questo abbia una valenza esclusivamente materiale o se ci sia dell’altro?
Se non sia soltanto una questione di traffico, di industrie, di emissioni di sostanze inquinanti nocive nell’atmosfera e, in generale, di anni di mancato rispetto della natura da parte dell’uomo?
L’inquinamento del pianeta è solo il riflesso esteriore di un inquinamento mentale interiore. Milioni di individui inconsapevoli che non si prendono la responsabilità del loro spazio interiore.
~ Eckhart Tolle
Così come fuori siamo testimoni di un clima sempre più estremo, con picchi di calore o di freddo fuori stagione, caratterizzato da eventi atmosferici spesso aggressivi, da lunghi periodi di siccità, intervallati da piogge violente e persistenti spesso distruttive, dentro di noi non ce la passiamo molto meglio, come esseri umani.
Incapaci di gestire il flusso delle emozioni, anche in noi si verifica qualcosa di analogo ai cambiamenti climatici.
Supponiamo di fare un paragone con la nostra esperienza emotiva.
La pioggia che, quando arriva, sembra non voler smettere potremmo vederla come le lacrime di tristezza versate da un numero sempre crescente di persone che cadono in depressione. La collera e il risentimento imperanti potremmo associarle ai lunghi periodi di afa, dove l’aria è irrespirabile a causa delle temperature inconsuete. Gli scatti di rabbia che si incontrano sempre più spesso li potremmo associare ad eventi estremi come uragani, tsunami o terremoti. I lunghi periodi di siccità alla sempre più dilagante incapacità di esprimere i propri sentimenti e di donare al prossimo, ben rappresentata dal cosiddetto cuore arido.
Poi c’è tutta quella mole di pensieri che imperversa nella testa. A dominare sono il giudizio, la critica distruttiva, il pessimismo e la tendenza a dare la colpa di ogni cosa all’esterno, svestendosi di ogni responsabilità. Cos’è questo, se non un gravissimo inquinamento interiore?
Sono solo ipotesi, queste, che non hanno la pretesa di trasformarsi in verità assolute. Se è però vero che anche i nostri pensieri e le nostre emozioni hanno una vibrazione, chi può in assoluto negare che siano anche questi parte attiva della situazione che stiamo vivendo, o affermare che la loro influenza non sia determinante?
È chiaro che si debba proseguire sulla strada dell’ecosostenibilità, che ciascuno di noi in ogni suo gesto pratico quotidiano deve occuparsi di mantenere il pianeta il più possibile pulito e di rispettare la natura. Ma questo non si fa solo evitando di buttare la plastica in mare, aderendo alla raccolta differenziata, sposando una dieta che rispetti l’ambiente o scegliendo di percorrere un tragitto a piedi o in bicicletta anziché con l’auto. Tutto ciò potrebbe non essere sufficiente.
Anche i nostri pensieri e le nostre emozioni, se gestiti male, possono essere tossici per noi stessi, per chi abbiamo intorno e per tutto il pianeta.
Diventa allora tassativo provare a fare la differenza. Ciascuno nel suo piccolo. Dentro di sé. A migliorare sarà prima di tutto l’atteggiamento soggettivo verso la vita. Anche i rapporti interpersonali, che oggi vivono una profonda crisi, ne gioveranno. Solo per questi due aspetti vale la pena passare all’azione, considerato che sono alla base di una qualità della vita elevata.
… poi chissà, tutto questo potrebbe avere risvolti anche più grandi e inaspettati sull’ambiente.
Come fare, dunque, per imparare a gestire meglio le emozioni e ristabilire l’equilibrio interiore? Le strade sono tante, ma quello che segue è un esercizio molto semplice, che si rifà alla coerenza cardiaca, utile a creare sentimenti positivi e a spezzare il flusso dei pensieri tossici, ogni volta che se ne presenti la necessità.
- Pensa ad almeno 5 o 6 esperienze grandiose che hai vissuto, dei momenti in cui ti sei sentito al tuo meglio, pieno di energia e pensieri positivi.
- Rivivi ognuna di quelle esperienze, torna al loro ricordo, immergiti, illumina l’immagine visiva di essi, senti i suoni, intensifica le tue percezioni e l’esperienza nel presente. Crogiolati in essi.
- Ogni volta che rivivi il ricordo di un’esperienza, assicurati di tornare totalmente dentro la sua immagine. Tuffatici dentro e rivedi tutto ciò che vedevi allora, ascolta ciò che sentivi allora, percepisci ciò che provavi e amplifica quelle emozioni di gioia e di felicità che ne derivavano, fino a riempirne il tuo cuore e poi anche la pancia, idealmente. Rendi l’immagine di ogni ricordo più luminosa e potente che puoi. Avvicinala a te, portala in primo piano.
Questa tecnica andrebbe attuata quotidianamente. Più la si usa per ravvivare dei ricordi positivi, più si costruiscono, si strutturano e rafforzano il capitale emotivo e la resilienza.
Questa tecnica ha effetti duraturi e, con il tempo, renderà maggiormente stabile la percezione di emozioni di speranza gioia e positività, andando a ridurre l’impatto emotivo inquinante sull’ambiente circostante.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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