Quando stiamo male in genere abbiamo la tendenza rivolgerci a qualcuno che ci aiuti. Tutto questo è corretto, perché spesso abbiamo la necessità di un supporto esterno, obiettivo ed esperto. Quando però questa è l’unica cosa che facciamo e non ci prendiamo la responsabilità del nostro malessere e del cambiamento che concorrerà a risolverlo, probabilmente la strada della risoluziona sarà impervia, se non addirittura un vicolo cieco.
Non possiamo aspettarci che siano gli altri a guarire le nostre ferite.
Le persone possono amarci, supportarci e contribuire alla guarigione, ma siamo noi stessi le uniche persone che possono scegliere di guarire. Nessuno può farlo al posto nostro.
L’amore e la cura esterna sono fondamentali, perché ci illuminano e trasformano, ma non potranno trovare una soluzione ai nostri problemi.
Un terapeuta, un medico, una persona cara: sono tutte figure essenziali nell’ambito di un processo di guarigione. Ma non possiamo permetterci in alcun modo di sederci, assumere un ruolo passivo ed aspettare che siano gli altri a percorrere i passi necessari al nostro posto, o peggio, aspettarci un miracolo senza fare nulla.
Quando si manifestano un disturbo, una malattia, un disagio emotivo, significa che qualcosa dentro di noi non va come dovrebbe. Che ci siamo allontanati da noi stessi, non siamo coerenti con la nostra anima.
Bisogna dunque muovere i giusti passi che ci consentano di capire cosa è indispensabile cambiare per tornare a stare bene, se non addirittura meglio di prima. Sono cose che vanno affrontate in prima persona, di petto.
La nostra salute e il nostro benessere non possono dipendere da un’altra persona. Se ci aspettiamo costantemente un aiuto dall’esterno e non facciamo nulla per cambiare stile di vita, mentalità, atteggiamento distruttivo e tutto ciò che non funziona, non arriverà la guarigione completa. Potrà giungere un suo surrogato, probabilmente a breve termine.
E’ indispensabile allora smettere di ingannare noi stessi. Ogni volta che stiamo male e ci rivolgiamo a qualcuno per risolvere i nostri problemi, ma questi persistono, domandiamoci in che modo stiamo contribuendo alla nostra guarigione, o al permanere dei disturbi. Siamo in una posizione attiva, o passiva?
Se soffri di mal di stomaco persistente, sei disposto ad entrare profondamente dentro te stesso, comprenderne la causa e modificare l’informazione a monte, oppure ti accontenti di assumere un antidolorifico, quando va bene a modificare per breve tempo l’alimentazione, per poi tornare dopo poco alle tue consuete cattive abitudini?
Questo è solo un esempio, che può essere applicato a qualsiasi casistica, fisica o emozionale che sia.
Se le cose stanno così, cosa aspetti a passare all’azione, prenderti la responsabilità della tua vita e trasformarla in positivo e guarire? Rivolgerti a qualcuno per stare meglio è lecito. Confidare soltanto in lui no. Allora inizia a collaborare! I risultati rapidi ti sorprenderanno!
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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