Secondo i cabalisti, all’origine di tutte le malattie e degli incidenti che capitano nella nostra vita vi è il nostro comportamento nei confronti dei nostri simili.
E’ dura da accettare, ma così è. Lo riferisce il rabbino Yehuda Berg , parlando non solo delle nostre problematiche fisiche, ma anche degli incidenti di ogni tipo.
Lo Zohar spiega che tutte le relazioni che le persone intrecciano nel mondo, quelle tra uomini d’affari, tra acquirente e venditore, tra fratello e sorella, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra una nazione e l’altra sono simili a delle arterie spirituali, che si possono bloccare e causare malattie quando a predominare è l’intolleranza.
Ogni volta che abbiamo un’interazione con qualcuno, anche con gli sconosciuti, influenziamo in qualche modo queste arterie, sia le nostre che quelle di tutto il mondo.
Se il nostro comportamento in queste relazioni è dominato dall’istinto reattivo dall’egoismo, si crea nelle arterie un “deposito grasso”. Niente a che vedere con l’adipe: è una metafora. Se questa situazione permane e, anzi, peggiora nel tempo, ecco che sopraggiunge la malattia.
La malattia non si manifesta però esclusivamente come un disturbo fisico, ma può esprimersi attraverso la povertà, un litigio, una guerra, un divorzio, dei figli tossicodipendenti, delle famiglie disfunzionali o un incidente.
In sostanza, alla fine di ogni giornata è il comportamento che abbiamo avuto che determina la nostra buona salute o la malattia.
Per metabolizzare questo concetto, è indispensabile lasciare per un attimo da parte le idee tradizionali legate alla vita e alla morte, alla guarigione, alla medicina, ai vincoli sociali che fino ad oggi hanno influenzato la nostra esistenza.
E’ fin troppo facile colpevolizzare l’arma che ha ucciso, la dieta che non ha funzionato, il destino, i soci disonesti, la genetica, il motociclista sbadato o i nemici che ci causano sofferenza. E’ fin troppo facile concentrarsi sull’arma e non sul crimine.
Questo tipo di atteggiamento ci assolve da ogni responsabilità personale.
E’ ovvio: guardarsi allo specchio non è facile, ma allora come possiamo curarci?
Il primo passo consiste sicuramente nell’assunzione di responsabilità. E’ la cosa indubbiamente più complicata., ma occorre abbandonare lo stato mentale della vittima. Dobbiamo capire che quello che ci capita deriva da azioni che abbiamo compiuto in questa o in qualche vita passata.
Una volta che lo comprendiamo davvero, che integriamo profondamente questa consapevolezza nel nucleo di ogni nostra cellula e impariamo ad assumerci il 100% delle responsabilità di ciò che ci accade, siamo pronti per scoprire gli strumenti più adatti a noi per riportare la luce nella nostra vita e intraprendere il nostro cammino personale di guarigione.
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Articolo di generazionebio.com
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