L’idea che alla base di una manifestazione sintomatica vi sia qualcosa che deriva da un livello subatomico è sempre più accettata.
Quando compare un dolore, sopprimerlo e basta non ha alcun senso specialmente se si è consapevoli del fatto che non è stato il caso o la sfortuna a causarlo.
Paracelso parlava del dolore come di un cane da guardia della salute e proprio per questo, il suo abbaiare dovrebbe richiamare la nostra attenzione.
Oggi la scuola francese che si occupa dello studio della causa biologica di un sintomo ha portato avanti in maniera onorevole la ricerca e ci permette di addentrarci meglio nel conflitto che sta alla base di qualsiasi disturbo.
Quando insorge un problema, esso si manifesta attraverso un meccanismo di sopravvivenza che non riguarda solo l’uomo, ma che tocca anche il mondo animale e vegetale. A fronte di uno stress permeante e difficile da gestire, il cervello chiama in soccorso – per non soccombere – un organo di periferia, che si incaricherà di risolvere il conflitto al suo posto. Sarà lì che avrà luogo allora la problematica da affrontare e, di qualunque cosa si tratti, c’è sempre una motivazione precisa dietro. Niente a che vedere con la psicosomatica: il conflitto biologico è legato al puro istinto di sopravvivenza della specie.
Comprendere il retroscena di un disturbo è di primaria importanza, perché consente al soggetto colpito di conoscere il blocco spirituale presente e di avere uno strumento in più per conoscere se stesso, stimolarne la risoluzione e riconoscere immediatamente gli schemi precostituiti che si trovano alla base dei suoi problemi.
Anche le nostre articolazioni hanno una storia da raccontare e delle informazioni simboliche da comprendere.
Da un punto di vista anatomico, le articolazioni mettono in connessione le ossa del nostro corpo, facendo da ponti all’interno del sistema scheletrico, al fine di permetterne i movimenti funzionali. Intorno alle articolazioni si trova una capsula, che ha la funzione di contenere i due capi articolari e di metterli in relazione.
Da un punto di vista generale, quindi, la struttura articolare quando si ammala, esprime un messaggio ben preciso, che ci parla di una difficoltà nel contatto, nell’intermediazione.
Le problematiche che più di frequente colpiscono le articolazioni sono l’artrosi e l’artrite. Per ciascuna di queste problematiche vi è un preciso retroscena biologico, all’origine.
Artrite
Da un punto di vista fisico, l’artrite attacca la membrana sinoviale e presenta i sintomi tipici dell’infiammazione che peggiorano a riposo. Questo problema può colpire a qualunque età, anche nel periodo dell’infanzia, ma in genere diventa più comune dopo i 20 anni. Quando ci si confronta con un’infiammazione, significa che si sta cercando di affrontare, senza successo, un’aggressione esterna. Il soggetto si sente inseguito, preso di mira; vorrebbe scaricare la sua aggressività ma non ci riesce, dunque la riversa dentro di sé
Artrosi
L’artrosi colpisce la cartilagine. Quando si presenta, si esprime attraverso sintomi di dolore e rigidità, che peggiorano con il movimento. Questo disturbo è in genere legato all’invecchiamento, si presenta infatti non prima dei 40 anni. Quando si manifesta l’artrosi, significa che le articolazioni non sono più congrue tra di loro: non si adattano più l’una all’altra. E’ come se sfregassero tra di loro. L’artrosi ci racconta allora una storia di mancanza di congruità, di adattamento e di coerenza. Il soggetto ha perso coerenza con se stesso, la vita non scorre più fluida come prima. E’ come se la persona avesse la percezione di qualcosa che gli è stata estirpata, che si è rotta in modo straziante e che è andata perduta per sempre.
Questo in senso generale. Poi in maniera più specifica, ogni articolazione esprime una tematica precisa, come spiegato in maniera approfondita in questo articolo, dove vengono passate in rassegna le cosiddette 9 articolazioni sacre.
Partendo da queste informazioni, in studio, come operatori di cromopuntura, oltre a stimolare i punti riflessi delle articolazioni irradiandoli – in maniera non invasiva e indolore – con la luce colorata, per risolvere in modo permanente o a lungo termine una problematica a quel livello, non possiamo prescindere dal trattamento del suo retroscena. Limitarsi al sintomo potrebbe non differire molto da un approccio farmacologico volto a sopprimerlo. E’ indubbio che una qualsiasi tecnica naturale almeno non comporti alcuna controindicazione, ma siamo arrivati al punto in cui fare un passo ulteriore e lavorare sulla natura profonda di una manifestazione sintomatica è diventato doveroso. Un individuo libero dal dolore è un individuo libero anche di vivere la sua vita in tutte le sue sfumature, senza limitazioni e ostacoli. Per questo, dati i mezzi a disposizione oggi, è giusto sfruttarli a proprio vantaggio, per arrivare ad ottenere un benessere duraturo nel tempo.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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