Molti di noi oggi assumono vitamine su base giornaliera, come parte di un accurato regime di salute. Lo facciamo attraverso gli integratori alimentari, oggi così diffusi per sopperire alla carenza di nutrienti derivati dalla dieta.
La cosa più vicina agli integratori che veniva usata nei tempi più antichi erano i cosiddetti antidoti. Siamo abituati a pensare a questi rimedi come ad una protezione dai pericoli dei veleni. Difatti, proprio così originariamente erano stati pensati. Gli antidoti divennero popolari alla corte dei re ellenici, dove la morte per avvelenamento di un rivale politico era un evento assai comune.
Per essere efficaci, gli antidoti dovevano essere assunti ogni giorno. Mitridate, il re del Ponto, prendeva quotidianamente un antidoto che lui stesso aveva inventato.
Quando il potente re Mitridate fu sconfitto, Pompeo trovò dentro un libro privato nel suo gabinetto una prescrizione per un antidoto, scritta di suo pugno: due noci essiccate, due fichi e venti foglie di ruta dovevano essere pestate insieme, con l’aggiunta di un pizzico di sale; chi avrebbe assunto questa miscela sarebbe stato immune ad ogni veleno per tutto il giorno
Plinio, Storia Naturale, 23.149
L’antidoto di Mitridate era così efficace che, quando cercò di avvelenarsi anziché essere catturato e ucciso dai Romani che lo avevano sconfitto, fallì. Dovette chiedere così ad uno dei suoi uomini di ucciderlo con la spada.
Nel tempo, gli antidoti si sono evoluti, arrivando a includere un numero crescente di ingredienti. Alcuni di essi avevano fino a 100 ingredienti diversi, molti dei quali erano esotici e costosi. Inoltre, iniziarono ad essere utilizzati per trattamenti di ogni tipo, per ogni malattia che comprendesse disturbi dalla febbre all’epilessia, fino al tetano.
Marco Aurelio assumeva diversi antidoti, ma il suo preferito era la teriaca, inventata da Andromaco, il medico dell’imperatore Nerone. Questo prodotto comprendeva oltre 50 ingredienti, tra cui la carne di vipera, che lo rendeva particolarmente utile per il trattamento dei morsi di serpente.
Racconta Galeno che Marco Aurelio assumeva ogni giorno la teriaca per mantenersi in buona salute, modificando il dosaggio in base alla necessità. Questo antidoto divenne addirittura di moda e molti ricchi iniziarono a imitare l’imperatore, anche se spesso si rivolgevano a medici poco stimati o persino ad ambulanti, usandone una versione di bassa qualità, pur venduta al prezzo dell’originale.
Gli antidoti in generale e la teriaca di Mitridate rimasero in uso per secoli. I farmacisti lo preparavano costantemente e poi lo conservavano in specifiche giare decorate, pronto alla vendita e all’uso.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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Fonte: The Open University
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