Oggi quando si pensa alla salute si fa riferimento alla medicina e non alla religione e le cose non potrebbero andare diversamente. In passato, però, queste due aree avevano dei confini molto meno definiti. Dei e dee erano coinvolti in prima persona nella salute e nella guarigione, alla medesima stregua di altri aspetti della vita quotidiana.
La dea della salute nella mitologia romana e greca era rappresentata da Igea, dalla parola greca hygieia, che significa salute. Questa dea era la personificazione della salute e di lei scrisse anche Arifrone, nel 400 a.C.
Nella mitologia, Igea era una delle figlie di Esculapio, figlio di Apollo, ma la cui madre era la mortale Coronide. Esculapio era un dottore che cercò di sconfiggere la stessa morte usando il sangue di Gorgone e delle erbe speciali.
Igea viene spesso raffigurata con un serpente, animale che simboleggia l’immortalità con il suo cambio di pelle. Anche nel tempio di Esculapio, dove le persone si recavano per ricevere la guarigione, furono ritrovati dei serpenti.
Nei templi, la medicina non era del tutto separata da quella dei dottori. Tanto che in alcuni templi di Esculapio vivevano veri e proprio medici. Uno dei più famosi nel mondo antico era Ippocrate, famoso per il suo giuramento che in origine includeva quello di Apollo, Esculapio, Igea e Panacea. Quest’ultima, il cui nome significa “guarigione completa” era un’altra figlia di Esculapio.
Igea veniva sempre rappresentata come una giovane donna, abbigliata in maniera modesta; spesso portava con sé un vaso, contenente le medicine. Spesso veniva ritratta accanto al padre, in figure artistiche che mettevano in luce delle forme floride e in piena salute.
La salute si poteva invocare anche ad altri esseri divini, non solo da Esculapio e dalle sue discendenti. Anche Atena veniva soprannominata Igea. Si narra che un operaio ateniese cadde da un’altura dove stava lavorando, nei pressi della porta di Acropoli nel 430 a.C. circa e che Atena sia apparsa al responsabile del progetto di costruzione, il generale ateniese Pericle, spiegandogli come trattare l’operaio ferito. Una volta guarito l’operaio, venne istituita una statua in onore di Atena Igea.
Anche la parola igiene deriva dal termine hygieia.
In latino, invece, la parola che indica la salute è salus, da cui deriva il termine salubre.
Il concetto di salute è profondamente cambiato, nel corso dei secoli. Oggi quando si parla di salute si tende a pensare quasi esclusivamente a quella fisica. Le civiltà antiche racchiudevano tutto entro questo termine, invece, riferendosi all’individuo, all’ambiente e alla relazione tra di essi.
Oggi chi ha bisogno di trattare una malattia si rivolge prima al medico di base, poi eventualmente all’ospedale dove troverà uno specialista. Tutto è diviso in compartimenti separati, dove persino salute fisica e mentale vengono considerati come aspetti differenti. Nel mondo antico, i dottori si occupavano di tutto, a cominciare dalle prescrizione dei rimedi fino alla piccola chirurgia, ed erano preparati su qualsiasi cosa. Tutto, allora, veniva analizzato in termini di equilibrio e di fluidi corporei. Oggi la nostra salute viene misurata sulla base di precisi parametri numerici, che vanno dal peso all’altezza, fino alla pressione sanguigna e il colesterolo. Tutto viene registrato con dei dispositivi particolarmente sofisticati e, in base ai risultati, si fanno degli aggiustamenti per ritrovare la salute. Un tempo, tutti questi numeri non contavano nulla.
Eppure, anche all’epoca la salute era un argomento estremamente discusso e importante come oggi. Se ne parlava spesso e basti pensare che le lettere romane che sono state rinvenute e tradotte iniziavano spesso con “spero tu stia bene” e si chiudevano con “prenditi cura di te come meglio puoi fare”.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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